Maschi bianchi etero e cattolici: perché la sinistra woke ci incolpa di tutto

In Maschio bianco etero & cattolico. L'uomo colpevole di tutto (Il Timone) Giuliano Guzzo ripercorre le più folli tesi di un'ideologia che ci vorrebbe affibbiare tutti i mali del mondo. E fornisce anche una via di uscita

Maschi bianchi etero e cattolici: perché la sinistra woke ci incolpa di tutto
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"Sono maschio bianco eterosessuale e cattolico. Insomma, sono pericoloso". Lo scrive Giuliano Guzzo nel suo ultimo libro che, ovviamente, si intitola Maschio bianco etero & cattolico. L'uomo colpevole di tutto, pubblicato per i tipi del Timone. Lo scrive lui, ma potremmo scriverlo tutti noi perché noi tutti, almeno una volta nella vita, lo abbiamo pensato. Anzi: lo abbiamo provato. Tutti, o quasi, ci siamo sentiti guardati in cagnesco solamente perché incarnavamo queste caratteristiche. Meglio: questi valori. Solamente perché eravamo, e siamo, certamente bianchi ed eterosessuali e - anche se forse non siamo degli stakanovisti dell'acquasantiera, per dirla alla Giovannino Guareschi - cattolici. Lo siamo però con il dito puntato addosso. Con il faro che ci illumina la schiena, come dei galeotti qualsiasi che, da un momento all'altro, potrebbero commettere chissà quali atrocità. Tipo dire che il divorzio è male, che l'aborto è pure peggio e che i bambini hanno il diritto di avere un padre ed una madre. E non due padri o due madri. E nemmeno una famiglia allargata all'americana, corredata da Labrador e polpettone domenicale d'ordinanza, ovviamente preocotto.

Per l'ideologia liberal e woke, che oggi va per la maggiore, noi uomini bianchi, eterossessuali e cattolici siamo i colpevoli di tutto. E lo siamo come categoria, non come singoli individui che possono scegliere tra il bene e il male. Che hanno, in poche parole, il libero arbitrio. Siamo noi i colpevoli di ogni femminicidio. Siamo noi i portatori (in)sani della "mascolinità tossica". Esagerazioni? Non proprio. Pensate all'omicidio della povera Giulia Tramontano, brutalmente ammazzata insieme a suo figlio Thiago da un compagno e padre criminale. C'è chi ha scritto che il killer non è solo un uomo - quello che l'ha uccisa e che ha un nome e un cognome (Alessandro Impagnatiello) - ma "il maschio bianco". Che è come dire: anche io che sto scrivendo queste parole sono colpevole. Anche tu che le stai leggendo lo sei. Tutti i maschi lo sono.

Ovviamente non è così. Anche perché gli uomini sono forti, non violenti. O almeno dovrebbero esserlo. E se oggi non lo sono più è anche colpa di un certo femminismo che, negli ultimi decenni, ha puntato a picconare e disgregare l'istituto familiare, facendo crescere generazioni di orfani di padri. Esagerazioni da reazionari? Non proprio. Cito Guzzo: "Se da un lato i giovani che crescono col padre presente hanno più probabilità di vivere una crescita equilibrata - imparando anche a elaborare l'esperienza del fallimento, in una prospettiva di resilienza, per dirla con un termine ultimamente in voga - dall'altro quando invece il papà manca sono danni e dolori". E qui arrivano i dati, tremendamente puntuali e corredati da riferimenti alle fonti: "I ragazzi abbandonati dai padri hanno più difficoltà accademiche, un quoziente intellettivo più basso e la metà dei bambini ricoverati per malattie psichiatriche hanno precisamente questo in comune: l'assenza paterna. Tra gli adolescenti senza papà si manifestano più facilmente comportamenti aggressivi e sono più alti i tassi di consumo di marijuana. Tra i bambini coi padri biologici assenti aumenta inoltre il rischio di subire abusi e la presenza di patrigni da questo punto di vista non aiuta, anzi".

Siamo quindi sotto attacco ed è bene che iniziamo a rendercene conto. Anche perché è arrivato il momento di reagire. Non con la violenza che tutto distrugge (come vorrebbero le femministe), ma con la forza che fa scudo e che allontana il male. Per questo, al termine del libro, c'è spazio per la speranza. Perché l'uomo bianco e etero è anche, e soprattutto, cattolico. E dalla sofferenza, anzi dal sangue, fa germogliare la resurrezione. La rinascita. Da quest'incubo mischiato di sentimenti pelosi e politicamente corretto, noi uomini possiamo uscirne. E possiamo farlo nell'unico modo possibile per un uomo: rimboccandoci le maniche ed essere uomini veri. Come san Giuseppe (e temo che se qualche femminista che scrive su Repubblica o qualche attivista Lgbt è arrivato fin qui potrebbe svenire). "Lui è davvero nella penombra, dato che non ci viene riferito alcunché di quanto abbia detto, non una sillaba, nulla di nulla. Ciò nonostante, egli può essere ritenuto un esempio, anzi per gli uomini l'esempio.

Per quale motivo? Semplice: per ciò che ha fatto. (...) Ha saputo mettere in salvo la sua famiglia, crescendo peraltro un figlio eccezionale". Impariamo da lui. Orgogliosi di essere maschi bianchi eterosessuali e cattolici.

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