Nessuna valvola di sfogo sui fiumi: dove nasce il disastro in Emilia Romagna

Dopo la tragedia al lavoro per capire perché il territorio è stato devastato così profondamente

Nessuna valvola di sfogo sui fiumi: dove nasce il disastro in Emilia Romagna
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Mentre si continua a spalare il fango dalle strade e dalle case, in Emilia Romagna è già tempo di farsi delle domande e, soprattutto, darsi delle risposte per evitare che la regione viva in futuro un nuovo incubo di una tale portata. Per capire come sia potuto accadere bisogna analizzare il territorio e capirne le criticità che, in parte, sono già state trovate nell'assenza di valvole di sfogo dei fiumi. Una delle peculiarità della regione è la profonda differenza tra le sue due aree storiche: l'Emilia e la Romagna. Infatti, se nella prima sono presenti dodici casse di espansione, anche se rappresentano appena il 50% di quelle che sono state approvate tra il 2015 e il 2022, destinandovi 190 milioni di euro, nella seconda non ce n'è nemmeno una.

Per capire perché le casse di espansione siano così importanti, e perché avrebbero potuto almeno in parte evitare la devastazione del territorio, bisogna capire cosa siano e come funzionano. Le casse di espansione sono dei bacini artificiali, delle vere e proprie valvole di sfogo che vengono realizzate nei pressi degli argini dei fiumi e che quando gli stessi arrivano all'altezza della piena si riempiono, evitando che l'acqua debordi e causi le inondazioni. Non possono essere considerate come la risposta unica a questo genere di problema ma sono senz'altro un importante ausilio per gestire nel modo migliore fenomeni straordinari come questi.

Ma come mai le casse di espansione sono presenti solamente in Emilia e non in Romagna? Come spiega il Corriere della sera si tratta di una conseguenza storica, derivante dal fatto che la prima è stata statisticamente colpita in maniera più intensa e frequente da questo genere di fenomeni, portando l'amministrazione ad attuare interventi maggiormente concentrati in questa frazione di territorio. Le prime sono state costruite in Emilia già a partire dalla fine degli anni Settanta, in conseguenza della devastanti alluvioni che hanno colpito l'area nel 1973. Lo stesso è stato fatto in Veneto, e dove nel 1981 un'alluvione causò oltre 100 vittime e quasi 200mila sfollati. Ed è anche grazie alle casse di espansione che la tempesta Vaia del 2018, che fece cadere oltre 700mm di acqua in settanta ore, non causò gli allagamenti che abbiamo visto in queste ore in Romagna.

Ora, per l'Emilia Romagna ci "saranno altri 20 milioni, sempre a disposizione del presidente della Regione, per le spese immediate". Così ha annunciato il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci.

"Sapete che in questo momento c'è bisogno di liberare le strade, di ricorrere a servizi e a beni con tempi assolutamente rapidi, la condizione dello stato di emergenza che abbiamo proclamato il 4 maggio, e quella che adotteremo martedì per inserirvi anche la provincia di Rimini, consentirà al presidente della Regione e alle articolazioni regionali di poter acquistare beni e servizi nello spazio di pochissime ore", ha proseguito il ministro.

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