«Nessun rompete le righe, ma rilancio dei valori nella nuova casa comune»

C’era un pezzo di storia che si chiudeva ieri al «Parco dei Principi». C’era un partito, Alleanza nazionale, riunito per il suo ultimo congresso romano («La forza di Roma nel popolo delle Libertà»), convocato per eleggere i 75 delegati capitolini sui 1500 che parteciperanno al congresso nazionale di sabato e domenica prossimi. Un altro appuntamento finale, che si concluderà con l’approvazione della mozione che porterà il partito di Fini a confluire nel Popolo della Libertà, appena una settimana dopo. C’era tutta la classe politica locale: consiglieri comunali, regionali e provinciali, assessori, deputati e senatori eletti nel Lazio. C’era l’attivista che dal podio rivendicava che «tutta la forza militante del Pdl proverrà da noi». C’erano gli esponenti delle associazioni vicine alla destra (come Vincenzo Menturli di «Amicizia e solidarietà»). E c’era Gianni Alemanno, il sindaco di Roma, strappata al centrosinistra un anno fa. Alemanno che durante il suo intervento, in apertura di assise, ha fatto capire che ieri non c’è stato nessun «rompete le righe». Perché nel nuovo soggetto unitario An non lascia ma raddoppia entrando con i suoi valori e i suoi principi.
«Chi ha fatto militanza a destra - ricorda il sindaco - prima nel Movimento sociale italiano e poi in An, ha nel cuore il senso della militanza, del movimentismo e della partecipazione. Sono principi e modi di essere che non dimentichiamo. Nel Pdl dobbiamo portare un atteggiamento diverso per fare in modo che questi valori si affermino. Un atteggiamento che parte dal basso, dal cuore della gente. Con la sconfitta di Roma è finita la stagione in cui la sinistra era egemone degli enti locali. Ora dobbiamo creare un nuovo modello di governo costruendo una classe dirigente radicata nel territorio». Quindi la questione della leadership: «Il leader è Berlusconi però tutti siamo consapevoli del ruolo di Gianfranco Fini al suo fianco. Berlusconi porta la sua naturale vicinanza al popolo italiano, il suo carisma e le sue capacità comunicative. Fini rappresenta i meccanismi della partecipazione organizzata». Un leader che però, ribadisce Alemanno, «deve essere votato: il modo lo deciderà il congresso». A margine, il primo cittadino torna anche sulle questioni Acea, dopo l’incontro di ieri mattina con gli azionisti («c’è la volontà comune di completare al più presto la governance») e Sapienza («ancora oggi quando devono andare a parlare Fini, il sindaco di Roma e perfino il Santo Padre c’è un gruppo di estremisti che lo impedisce. È un dato inaccettabile»).
Poi sul podio si susseguono gli interventi. Il capogruppo dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, evidenzia come «il Pdl dovrà essere un partito di militanti, e non di apparati». Per il senatore Andrea Augello, che nell’ultimo congresso capitolino del 2007 sfidò Alemanno per la presidenza provinciale, «è attraverso la storia politica di questa città che possiamo portare un valore aggiunto straordinario nel nuovo soggetto. Noi siamo quelli che sconfiggendo il veltronismo abbiamo creato le premesse per il fallimento del Pd». Sono quasi le 15 quando l’assemblea vota per alzata di mano la lista dei delegati e i due ordini del giorno presentati (il primo sull’urbanistica sostenibile e l’affermazione dei valori culturali della destra; l’altro sull’importanza delle comunità italiane all’estero). Chiude il sindaco: «Registriamo come fatto politico forte una totalità di consensi a favore della confluenza nel Pdl.

Ora ci aspetta una nuova stagione politica intensa, a breve ci sarà la nomina degli organi locali del Pdl - con il deputato Vincenzo Piso tra i possibili candidati -. Dovremo affrontarla lavorando in modo capillare sul territorio».

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