Non c'è pace per Avetrana. Il sindaco: "Stop alla serie"

Le puntate previste in onda da venerdì 25 su Disney+. I legali del Comune: diffama la comunità locale

Non c'è pace per Avetrana. Il sindaco: "Stop alla serie"
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Non poteva che riaccendere una polveriera la serie dedicata al delitto di Avetrana, la quindicenne Sarah Scazzi uccisa dalla cugina e dalla zia nel 2010. Ancora prima di andare in onda, venerdì su Disney+, ha già suscitato un'ondata di polemiche e di giudizi critici in contrapposizione. E l'amministrazione comunale del paese del Salento dove è avvenuto l'omicidio, ieri ha depositato un ricorso cautelare d'urgenza per chiedere la rettifica della denominazione Avetrana - Qui non è Hollywood e la sua «sospensione immediata». Motivo? «Potrebbe avere una portata diffamatoria - scrivono gli avvocati del Comune - rappresentandola quale comunità ignorante, retrograda, omertosa, eventualmente dedita alla commissione di crimini efferati». E quindi «risulta indispensabile visionarla in anteprima». A parte che questo non era poi così difficile, essendo stata presentata alla Festa del cinema di Roma: a noi che l'abbiamo vista, appunto in anteprima, non pare che getti discredito sul paese pugliese. Certo racconta una realtà di provincia e non tralascia di mostrare una cittadinanza che si è anche beata di sembrare, a un certo punto, di essere a Hollywood a causa dell'enorme risonanza mediatica del caso.

Comunque, al di là delle polemiche, la serie della Disney è assolutamente da vedere. Perché è realizzata con molta cura: ottimo cast, sceneggiatura e regia. Non si tratta di un documentario, ma di cinematografia, dunque non ha la pretesa di raccontare la verità: è un'opera di fantasia basata però sulle sentenze della magistratura. Diretta da Pippo Mezzapesa, è girata con un espediente particolare: quattro capitoli, ognuno dal punto di vista dei protagonisti principali, la piccola Sarah appunto, la cugina Sabrina Misseri, la zia Cosima e lo zio Michele (foto). Un lavoro che cerca di entrare nella testa dei protagonisti.

Certo, una visione che mette paura e tristezza, ma anche che interroga l'animo umano. «Abbiamo esplorato la normalità del contesto da cui è scaturito l'abnormità del delitto» ha spiegato il regista Mezzapesa. Vedremo se il sindaco riuscirà a fermarne la messa in onda.

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