Nuove fregate e più poteri: alla Spezia s’allarga la Marina

Nuove fregate e più poteri: alla Spezia s’allarga la Marina

Un rinnovato dipartimento marittimo con nuove competenze, che dirigerà tutto il Nord Italia, e la conferma per il progetto delle fregate multiruolo Freem, anche se con qualche aggiustamento. È questo quello che emerso ieri dalle parole del capo di stato maggiore della Marina Militare, l’ ammiraglio Bruno Branciforte, alla Spezia per il passaggio di consegne tra gli ammiragli Andrea Campregher ed Andrea Toscano proprio a capo del Dipartimento marittimo dell’Alto Tirreno.
«La Spezia è e continuerà ad essere sede storica delle componenti specialistiche e del supporto tecnico, logistico, amministrativo, formativo e addestrativo della flotta, rappresentando uno dei tre grandi poli della Marina - ha detto Branciforte -. La vicinanza del polo industriale navalmeccanico del Nord Ovest, l’ufficio allestimenti e il collaudo di nuove navi rendono la città polo indiscusso della costruzione delle nuove unità, del loro allestimento ed addestramento preliminare».
Proprio il tema delle nuove costruzioni è da sempre al centro del dibattito politico ed economico della Liguria. Da Branciforte è arrivata la conferma, tanto attesa, che il programma per le nuove fregate, si tratta di una commessa che dovrebbe garantire lavoro a Fincantieri (Riva Trigoso-Muggiano) per quasi un decennio, non sarà tagliato. Previsto solo un prolungamento nei tempi ed una ridefinizione di alcune componenti tecniche di qualche battello, insomma una versione più «leggera», ma alla fine le navi saranno le dieci previste, anche se qualcuna avrà un allestimento meno pesante.
Novità anche per il futuro del comando spezzino che vedrà triplicarsi la propria area di competenza. «La Spezia continuerà a ricoprire un ruolo fondamentale per la Marina, espandendo la sua giurisdizione sulla Sardegna e su tutta l’Italia settentrionale - ha spiegato Branciforte che ha anche affrontato la questione delle dismissioni di aree militari -.

Si è proceduto ad individuare tutte le infrastrutture non più necessarie o produttive per la Forza Armata, e quindi valutate alienabili o cedibili; queste andranno a costituire il patrimonio infrastrutturale dello Stato la cui valorizzazione, da attuare a cura degli organi competenti, concorrerà a ridurre il debito pubblico nazionale».

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