Oltre i 100 decibel, capitale assordante

È vero, non c’è la musica, mancano le luci stroboscopiche e il sollievo senza prezzo di un drink fresco al bar. Per il resto, però, Roma assomiglia in tutto e per tutto a una discoteca all'ora di punta. Colpa del rumore smisurato, del caos senza controllo, addirittura spacca timpani secondo Legambiente, che ieri ha presentato i risultati di un monitoraggio svolto a fine gennaio dai suoi volontari. Sono stati quindici i luoghi in cui è stato rilevato l’inquinamento acustico in orari diurni e in tre diversi giorni feriali, con conclusioni tutt’altro che confortanti: ben 13 hanno superato il tetto medio imposto dalla legge, senza distinzione tra centro e periferia. Peggio ancora, in 9 casi su 15, il 60 per cento, è stato sfondato il muro dei 100 decibel, proprio quelli tipici di una chiassosa discoteca.
Al primo posto di questa classifica tutt’altro che meritoria c’è piazzale Appio, a San Giovanni, con 109,4 decibel di valore massimo rilevato la mattina dello scorso 28 gennaio, con una media di 80,3 contro i 70 di tetto fissato da una recente delibera; non va meglio a via Nazionale (109,1 decibel massimi, 77,3 medi) e nemmeno a viale Marconi, con punte di 106,4 decibel e una media di 79,3.
«Il rumore non va sottovalutato, la situazione nella Capitale è grave e preoccupante, forse ancor più che nel resto d’Italia dove pure si registrano spesso dati oltre la norma, a causa soprattutto del caos del traffico», ha commentato Maurizio Gubbiotti, coordinatore della segreteria nazionale di Legambiente.
L’inquinamento acustico può causare nel tempo problemi psicologici, di pressione e di stress alle persone che ne sono continuamente sottoposte. Può provocare stanchezza, ansia, irritabilità, insonnia, disturbi gastrici e, alla lunga, persino pericolosi disturbi cardiaci. «Il rumore - ha spiegato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio - è un nemico invisibile della nostra salute. Dopo circa tre mesi dall’approvazione dell’ultima delibera capitolina in materia di inquinamento acustico, che ha alzato di cinque decibel le soglie di legge per il rumore nelle strade, abbiamo pensato di realizzare questo studio per mettere in evidenza un serio problema della nostra città. Le nostre proposte sono quelle di limitare il traffico privato, che rappresenta la principale causa del problema, di realizzare subito 1.000 nuovi chilometri di preferenziali e una rete fissa di monitoraggio. Non si può più attendere, è spaventoso che, secondo dati Istat, ben il 47 per cento delle famiglie interpellate nel Lazio dichiari problemi relativi al rumore nella zona in cui abita».
Tornando al nostro rapporto, soffermandoci solamente sui valori medi registrati, risultano fuori dalla norma anche viale Ostiense con 79,3 decibel, piazza Sempione su via Nomentana con 77,1 decibel, via Cola di Rienzo con 75,8, largo Preneste con 75,5. Non si salvano nemmeno l’area dell’Ospedale a Lungotevere in Sassia con 74,9 decibel e via Oderisi da Gubbio con 73,3 decibel, via Boccea incrocio con via Casalotti con 72,3 e via Tiburtina con 70,1.


Le uniche due vie a rientrare a stento nei limiti di legge sono viale del Policlinico con 67,4 decibel e piazzale degli Eroi con 68 decibel. In quest’ultimo caso, però, il valore più alto rilevato è stato pari a 98,5 decibel. Temniamno presente che una discoteca arriva a 120, la cosidetta soglia del dolore. Ci siamo quasi.

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