Ondata di telefilm dal Terzo Mondo

MilanoIl Terzo mondo va all’assalto della Tv. Pezzi di storie di altri Paesi e panorami esotici emigrano nel palinsesto italiano e, piano piano, rubano spazio al predominio «stelle e strisce». Nel vasto universo dei telefilm, dove spopolavano polizia scientifica, o donne single votate alla moda e allo shopping, stanno infatti arrivando avvocati brasiliani che amano il samba, tranquilli inglesi trasformati in zombie e persino due novelli Sandokan, armati di scimitarra.
Le anteprime di questi nuovi protagonisti saranno in scena al prossimo Telefilm Festival di Milano, dal 7 al 9 maggio, e stanno già diventando un segno distintivo dei cambiamenti epocali della televisione prossima ventura. Sta sorgendo il palinsesto globalizzato, quello dal quale si affacciano i prodotti di Sud America, Asia e Africa, oggi più che mai incoraggiati dalla brusca frenata di Hollywood: il lungo sciopero degli sceneggiatori made in Usa, prima, più la crisi economica, poi, hanno fatto sì che l’industria produttiva statunitense si arroccasse su titoli già consolidati nell’immaginario dei telespettatori. E mentre in Nord America vedono la luce nuove stagioni di Dottor House e Casalinghe disperate, il mercato globale vede all’opera sceneggiatori meno famosi e senz’altro, almeno per il momento, meno esosi. Così il kebab soppianta l’hamburger, il cricket prende il sopravvento sul baseball e i ritmi caotici di Rio de Janeiro e Buenos Aires vincono sugli assolo di sax, mentre agli ambienti così glamour di Manhattan si sostituiscono i saloni da parrucchiera africani e alle montagne rocciose la giungla indiana.
È chiaro che questa frenata americana giova anche ad alcune produzioni italiane destinate ai teen-ager. La prima che viene in mente è Liceali, andata in onda su Canale 5 la scorsa primavera, la cui seconda serie, dal 24 maggio parte su Joi (e sarà presentata in anteprima da Piersilvio Berlusconi al Telefilm Festival, venerdì). Intanto il Brasile festeggia il successo del suo giovane avvocato Mandrake, il quale s’industria senza troppi scrupoli per aiutare gli «squali» del narcotraffico e della politica. Provvisto di un fascino degno dell’omonimo illusionista del fumetto, Mandrake ha già ipnotizzato anche il pubblico del Nord America guadagnando nomination agli Emmy Award (gli Oscar della Tv americana) e si appresta ad affascinare anche gli italiani (ha appena debuttato su Fx). Altre avvocatesse riparano i torti in Argentina: è lì che si muovono le brillanti Ines, Dolores e Mia in onda su Lei. E nel frattempo a Los Angeles (ma è stato creato in Colombia) si spreme le meningi il Dottor Jack Gallagher, geniale psichiatra. Legge le menti di pazienti disturbati, e va bene. Ma gli capita anche con uomini pericolosi: loro pensano e lui li ascolta, come se gli stessero citofonando le informazioni più intime, negate invece alla polizia (su Fox, dal 4 giugno).
Fanno ancora fatica a trovare una collocazione i divertenti aneddoti sussurrati di cliente in cliente nella sala d’aspetto della parrucchiera egiziana protagonista della sit-com Coiffeur Ashwaq, ma già dall’inizio di aprile su Rai4 sta impazzando la Bruce Lee mania, con la serie che racconta la storia dell’atleta, attore, filosofo e inarrestabile guerriero dagli occhi a mandorla. Sulla stessa rete digitale, tra poco (il 5 maggio) arriverà invece un prodotto che ha scandalizzato gli Usa: «Swingtown» che racconta le vicende di tre famiglie di Chicago alle prese con la libertà sessuale. E anche (dal 28 maggio) «Angel», un vampiro con l’anima.
Ai detrattori dei reality-show piacerà invece la truculenta Dead set, dove a causa di un misterioso virus i londinesi si trasformano in zombie e hanno una passione irrefrenabile, e cioè dare la caccia ai concorrenti dell'ultima stagione del Grande Fratello (non a caso la serie è prodotta dalla Endemol). Sempre dall’Inghilterra arrivano le protagoniste di Amanti, quattro donne impegnatissime tra intrighi e storie poco sentimentali e molto fisiche.
Ed è evidente, dopo il grande successo internazionale del «Milionario», che molti vorranno dare almeno un’occhiata a Dharam Veer, la colossale saga in costume made in Bollywood, in onda dall’11 maggio su Bonsai, dal lunedì al venerdì alle 18.30 (in replica alle 22.30), in lingua originale, con sottotitoli in italiano.

Non si può prevedere come i telespettatori italiani possano reagire davanti a una storia di lealtà e coraggio guerresco ambientata nel Regno di Aryanagar, e cioè nel XIII secolo. Ma bisogna considerare che nell’anno della prima messa in onda, il 2008, ha avuto un ascolto medio di 18 milioni di giovani spettatori: un ascolto «da paura».

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