Ora anche i musulmani vogliono un grattacielo «Se serve occupiamo»

(...) dei giovani - «Le strade sono pubbliche e il pubblico ha il diritto di calpestarle», e Pd e PdL uniti nel chiedere lo sgombero di via Galvani. «Il sindaco faccia rispettare l’ordine pubblico. C’è un quartiere bloccato - attacca il capogruppo del PdL Carlo Masseroli - perché ci sono 20 persone che hanno deciso di bloccarlo, occupando il suolo pubblico. La gente normale paga la Cosap», seguito a ruota dalla capogruppo del Pd Carmela Rozza: «è ora di mettere la parola fine. C’è un disagio forte nel quartiere e non si può continuare a tenere bloccata una strada». Ed è subito rissa: «Non siamo d’accordo. Via Galvani non va sgomberata» parola dei consiglieri del Pd Carlo Monguzzi, Lamberto Bertolè, Paola Bocci e Emanuele Lazzarini prendono le distanze dalla posizione assunta dal capogruppo. «Dire così in questo momento è come gettare benzina sul fuoco. Bisogna trovare come ha detto il sindaco - spiega Monguzzi - una soluzione al problema».
Dopo la grande festa pubblica post sgombero che ha visto partecipare migliaia di cittadini, artisti, musicisti, giocolieri, mercoledì il collettivo di Macao ha portato avanti fino a sera le attività e i tavoli di lavoro programmati nonostante il forte vento che ha messo a dura prova il presidio e la stanchezza, che comincia a farsi sentire. Così si lavora alla creazione di un Comitato contro lo sgombero sempre sulla falsariga del concetto di bene pubblico che ha sostenuto la diffida firmata dal giurista Ugo Mattei, e di uno di sostegno, un ente giuridico che potrà così raccogliere fondi. E forse anche tracciare una prima risposta al requisito di «ente giuridico» per l’assegnazione dello spazio all’ex Ansaldo, come ha specificato l’assessore alla Cultura Stefano Boeri «necessario per legge per partecipare a un bando».
Ma i lavoratori dell’arte, all’indomani dell’intervento del sindaco all’assemblea, sono indecisi sul da farsi. L’ala più interventista, guidata dai Corsari, pensa a assemblee cittadine pubbliche, annunciate in anticipo, in luoghi simbolici e di aggregazione della città. La Galleria, l’Arco della Pace, piazza Scala, le colonne di San Lorenzo e «perchè no davanti all’Ansaldo». Per aprirsi alla città e per dare fastidio. «Devono essere costretti a darci uno spazio - tuona un ragazzo - se trovano migliaia di persone che tutti i week end fanno bordello per strada». La logica dell’happening: «fiere dell’arte improvvisate, che il Comune non si aspetta». Non è piaciuto molto l’offerta dell’Ansaldo, «un contentino da “uno che prende il caffé con i centri sociali”, non va bene - tuonano altri - possiamo anche provare a riprenderci la torre.

Dobbiamo prendere uno spazio, legalmente o meno, ma farsi prendere per in giro no». «Macao non è solo uno spazio - sostengono altri - ma è un simbolo, quindi dobbiamo rimanere qui, trovarci qui, sotto la torre».
Alberto Giannoni

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