«Il paese degli idioti» al Nuovo Tato Russo riscrive Dostoevskij

Uno dei più interessanti lavori di Dostoevskij va in scena al Teatro Nuovo da martedì al 26 aprile con il titolo: «Il paese degli idioti» (piazza San Babila, ore 20.45, info: www.teatronuovo.it, 02-794025). Nel 1859 l’autore russo scrisse il romanzo umoristico Il villaggio di Stepancikovo e i suoi abitanti, un testo che metteva alla berlina quel mondo costellato di intellettuali inconcludenti, prepotenti, ipocriti, parassiti della società aristocratico-borghese che popolavano la provincia russa; figure rappresentative di quell'epoca ma che non mancano certo anche nel nostro tempo. Nella sua libera «reinvenzione» teatrale, Tato Russo ha concentrato la tensione drammaturgica sull’analisi grottesca di un mondo compresso e inibito, succube di un mediocre intellettuale saccente e arrogante, che però, come ispirato da Dio, sa usare toni da demiurgo dell’anima, in grado di dominare l’ignoranza e l’idiozia di un piccolo mondo di provincia. Il nodo centrale è quello di una parabola sul potere e sulle sue tecniche di comunicazione: l’arte di influenzare e affascinare gli sciocchi e gli sprovveduti per poter perpetuare il proprio dominio. Uno spettacolo di una potente e sconcertante attualità, divertente e inquietante, dalla comicità stralunata e grottesca, ma anche un’occasione per far conoscere un piccolo capolavoro poco noto di Dostoevskij, ripensato attraverso la grande tradizione umoristica del teatro napoletano e la grande stagione del teatro russo.

Fomà Fomic è il protagonista del «romanzo umoristico» di Dostoevskij: «Date a Foma Fomic il potere di Ivan il Terribile o di Nerone» scrive Mikhajlovskij, «e quello non sarà da meno, anzi stupirà il mondo con i suoi delitti».

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