Palermo, all'Ordine dei giornalisti l'ex covo di Riina di via Bernini

Sarà il ministro dell'Interno Roberto Maroni a consegnare domani l'immobile confiscato a Cosa nostra che fa parte del complesso residenziale in cui viveva il superboss prima dell'arresto, il 15 gennaio del 1993. Ospiterà iniziative per la promozione della legalità

È stato al centro di tanti misteri. Di tanti misteri e anche di un processo, a causa della sua mancata perquisizione. Ma da domani l'ex covo di Totò Riina, o meglio un immobile che fa parte del complesso residenziale che era nella disponibilità del superboss prima dell'arresto, il 15 gennaio del '93, viene restituito alla legalità: diventerà infatti la nuova sede dell'Ordine dei giornalisti di Sicilia, e soprattutto uno spazio dove promuovere, tra i giornalisti e non solo, una cultura antimafia.
Sarà il ministro dell'Interno Roberto Maroni, questa mattina, a consegnare ai giornalisti siciliani la villa confiscata, che si trova in via Bernini, ai numeri civici 52-54. Un riconoscimento importante, dell'impegno antimafia dei giornalisti siciliani, spesso costretti a subire minacce quando svolgono onestamente il proprio lavoro. Sono otto i cronisti siciliani che, negli anni, sono stati trucidati da Cosa nostra: Cosimo Cristina, Mauro De Mauro, Giovanni Spampinato, Giuseppe Impastato, Mario Francese, Giuseppe Fava, Mauro Rostagno, Beppe Alfano.

«Otto cronisti - ricorda il presidente dell'Ordine dei giornalisti di Sicilia, Franco Nicastro - che sono morti perché cercavano la verità e tenevano la schiena dritta davanti ai poteri criminali. E ancora oggi la cronaca si incarica di confermare che i rischi non sono del tutto fugati».

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