A Palermo un medico è stato aggredito in ospedale per aver negato l’accesso in camera alla figlia di una paziente fuori dall’orario di visita. La donna ha quindi chiamato il marito e il fratello che si sono scagliati contro il camice bianco, lanciandogli addosso anche una scrivania. Salvo Petta, medico del reparto di Gastroenterologia al Policlinico di Palermo, è stato picchiato selvaggiamente dai parenti di una paziente. Al sanitario, che ha lesioni su tutto il corpo e perfino una spalla fratturata, i colleghi hanno dato 40 giorni di prognosi. Non è purtroppo la prima volta che un medico del capoluogo siciliano viene massacrato di botte.
L'aggressione
Questa ultima aggressione si è verificata nella serata di ieri, domenica 10 luglio, quando, terminato l’orario delle visite all’interno della struttura ospedaliera, gli operatori sanitari hanno invitato i familiari di una anziana paziente a uscire dal reparto di Gastroenterologia in cui la donna è ricoverata da qualche giorno. La figlia dell’anziana avrebbe cercato in tutti i modi di rimanere e, davanti al rifiuto dei camici bianchi, sarebbe andata a chiamare il fratello e il marito, che si trovavano all’esterno, per essere aiutata. Appena giunti, i due uomini avrebbero iniziato una violenta discussione, poi degenerata in dura aggressione fisica, con il medico presente in corsia. Il medico sarebbe stato massacrato di botte dalla coppia. Uno dei parenti dell’anziana parente avrebbe anche sradicato una scrivania per lanciarla contro una porta, dopo aver distrutto alcune sedie. La vittima dell’aggressione, presa a calci e pugni, è stata aiutata e portata al pronto soccorso dell’ospedale, mentre i suoi aggressori sono stati identificati e fermati dai carabinieri intervenuti.
Come detto precedentemente, non è il primo caso di violenza nei confronti di un medico. Lo scorso venerdì, a farne le spese è stata una dottoressa del reparto di Pediatria del nosocomio di Villa Sofia, che è stata presa a botte da alcuni familiari di una bambina ricoverata. Un mese fa era accaduto a un altro medico sempre della stessa struttura ospedaliera. Il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, ha così commentato quanto avvenuto ieri sera: "Qualsiasi tipo di aggressione al personale sanitario all'interno delle strutture ospedaliere è intollerabile e ingiustificabile. Esprimo solidarietà e vicinanza nei confronti del medico del Policlinico preso a calci e pugni, al quale va il mio augurio di una pronta ripresa". Il primo cittadino ha aggiunto che rappresenta una offesa a tutto il personale sanitario anche la sala medici messa a soqquadro da atti vandalici. Lagalla ha quindi ringraziato i sanitari per il lavoro da loro svolto anche in condizioni di emergenza e difficoltà.
Condanna unanime
"Quest'ultimo gravissimo atto di violenza, perpetrato nei confronti di un collega stimato, il gastroenterologo Salvatore Petta, si aggiunge a un elenco ormai lunghissimo di danni, fisici e morali, subiti dai professionisti della sanità, costretti a operare in condizioni di precarietà, carenze strutturali e di personale che hanno prodotto, come risultato, una dilagante delegittimazione e svalutazione del lavoro pubblico e un'esasperazione della medicina difensiva", hanno affermato il segretario generale Fp Cgil Palermo, Giovanni Cammuca, e la responsabile e il vice responsabile Fp Cgil Medici e dirigenti sanitari del Policlinico Paolo Giaccone, Monica Lunetta e Marco Sorgi, in riferimento all'aggressione. Cammuca, Lunetta e Sorgi hanno poi aggiunto che tutto questo va a discapito del cittadino e rende vani gli sforzi quotidiani fatti in corsia. “Auspichiamo al più presto un confronto con la direzione dell'Aoup per definire precisi piani di prevenzione delle aggressioni e sostegno multidisciplinare alle vittime sul piano psicologico, economico e legale", hanno infine sottolineato.
Anche Alessandro Caltagirone, commissario straordinario del Policlinico di Palermo, ha precisato che si tratta di un episodio grave e ingiustificabile, e ha espresso la sua vicinanza e solidarietà al professionista che è stato aggredito.
Ha poi tenuto a dire che l’azienda ospedaliera è presidiata dai servizi di vigilanza, ma che non è comunque possibile controllare tutti coloro che transitano nei viali interni, “tanto più chi, come in questo caso, ha il passaggio favorito da un parente all’interno. Condanniamo con fermezza ogni atto di violenza e valuteremo di costituirci parte civile nel procedimento penale che verrà determinato”, ha concluso Caltagirone.Segui già la pagina di Palermo de ilGiornale.it?
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