Parco dell’Arte a Corviale: nuovo scontro sul Serpentone

Nascerà in un terreno vincolato dalla soprintendenza e da Roma Natura, alle spalle del «serpentone» di Corviale di Mario Fiorentino, frutto dell’ideologia e dell’utopia degli anni ’70, il Parco dell’arte e dell’architettura. Quaranta ettari che fanno parte della Tenuta dei Massimi, presso il casale Pisano, che la Efemin srl di Aurelio Merlo ha dato in gestione alla Fondazione Volume, di Franco Nucci, neurochirurgo al policlinico Umberto I, che ha avuto l’idea.
La progettazione dell’area è stata affidata all’architetto paesaggista portoghese Joao Nunes che, rispettando la vocazione agricola dell’Agro romano, ha distinto lo spazio in 4 settori, a ognuno dei quali corrisponde un percorso. Principio cardine la conservazione dell’attività agricola del territorio. In queste parcelle a cui si accede camminando su guide di doghe, architetti e artisti potranno sistemare le loro creazioni, rispettando il ciclo produttivo. L’architetto progetterà il padiglione che l’artista riempirà di contenuti. Moduli di dimensioni standard, spostabili, che potranno essere accostati o sovrapposti. Da cui il nome di «Parco Nomade», inventato dal curatore Achille Bonito Oliva.
Massimo riserbo sugli artisti e gli architetti coinvolti. Fra i tanti si fanno i nomi di Paladino, Pirri, Kounellis, che hanno già lavorato nella Fondazione Volume!, sorta nel ’97 nell’ex vetreria di Trastevere a via San Francesco di Sales. A settembre la presentazione dei primi moduli, la realizzazione in primavera. Top secret il costo che «non può essere definito a priori. È un progetto in progress», precisa Nucci che spera su sponsor e sul Comune. «L’impegno economico del Campidoglio è zero», afferma l’assessore Umberto Croppi, assicurando per ora un supporto in servizi e trasporti. Ma è il «primo caposaldo della riqualificazione di Corviale» e in linea con quanto detto da Alemanno: «Da oggi in poi gli investimenti culturali avranno al centro la periferia». «Voglio portarci il mio amico Buontempo e capire che quel palazzone è tutt’altro che un errore, che ormai ha un suo significato, contiene realtà sociali che fanno da punto di riferimento per la città», così Croppi, facendo riferimento all’idea di Buontempo che vorrebbe demolirlo, una «provocazione». Pronta la risposta dell’assessore regionale alla casa che invita il collega capitolino a limitarsi alla cultura.

Forse ignora che «sono già stati spesi 40 milioni di euro per la manutenzione di Corviale. Per evitare altro sperpero di denaro, meglio sarebbe costruire case vere in quartieri degni di questo nome e abbattere via via l’ecomostro».

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