Nel verde del Parco di Veio si respira aria di cinema: qui sono stati girati tre film premiati con lOscar, su tutti Amarcord di Fellini. E qui hanno sede gli studios della Videa, dove da ormai sette anni si insegue lo stesso sogno: quello di creare la «Digital valley», una via di mezzo tra un parco a tema dedicato alla storia della settima arte e della tv, e un centro di formazione deccellenza. Lidea sta in piedi dal 2003, ma lungaggini burocratiche e continui rinvii lhanno resa parecchio claudicante. Oggi, però, qualcosa si è mosso: il XX Municipio, il 3 maggio scorso, ha approvato allunanimità un ordine del giorno per ridare ossigeno alliter di approvazione, sollecitando Comune e Regione a fare la loro parte.
«Sono venuti loro a bussare alla mia porta - racconta Sandro Parenzo, presidente del centro di produzione Videa - perché si sono resi conto che il nostro intento è quello di creare posti di lavoro verso cui indirizzare tanti giovani, senza passaggi intermedi. Gli stessi giovani che oggi finiscono nelle produzioni estere, da Los Angeles in giù».
Linvestimento sul piatto è importante, si parla di 40 milioni di euro. Che serviranno a portare la struttura dai 55 mila metri quadri attuali a un raddoppio, arrivando dunque a circa 110 mila metri quadri. Gli edifici saranno di bassa altezza, non invasivi, insomma si inseriranno in maniera armonica nel verde circostante: oltre allimpatto ambientale ridotto, saranno rivestiti con un sistema di pannelli fotovoltaici integrati architettonicamente nelle strutture di copertura, per la produzione diretta di energia elettrica. Gli architetti hanno pensato a unaccademia e a un campus, ma anche a laboratori e teatri di posa, oltre a una scenotecnica, cioè un centro per creare in loco tutto ciò che serve per le scenografie. Materiale che, a lavorazione ultimata, potrà tranquillamente essere riciclato. La «Digital valley» sarà aperta al pubblico, ma meglio non aspettarsi nulla di simile ad attrazioni grondanti adrenalina: la suggestione sarà nellatmosfera, nella possibilità di camminare sui set utilizzati per grandi titoli cinematografici, fiction o programmi tv. «Devo ammetterlo - prosegue Parenzo - il progetto non è cambiato molto rispetto a quello delle origini. Sarà perché già allora avevamo intuito tutto, la chiave era puntare sul digitale».
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