La rissa in aula e i politici incoerenti

Non vi è nulla di ilare in quello che, nostro malgrado, abbiamo veduto

La rissa in aula e i politici incoerenti
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Gentile Direttore Feltri,
mi sono divertito tantissimo vedendo il video di quello che è accaduto all'interno dell'aula del Senato dove alcuni senatori se le sono date di santa ragione, tanto che sono interventi i commessi e anche i colleghi nel tentativo di sedare la rissa ed evitare che degenerasse. Fosse stato per me li avrei lasciati fare. Immagino che anche lei abbia riso osservando la scena.
Cordiali saluti
Francesco Russo

Caro Francesco,
a dire il vero non mi sono divertito affatto io e forse ho riso ma si trattava di una risata alquanto amara. Non vi è nulla di ilare in quello che, nostro malgrado, abbiamo veduto. A prescindere dal colore politico dei soggetti coinvolti nello sventato match, ritengo che spettacoli del genere non dovrebbero essere messi in scena dentro i palazzi (e nemmeno fuori) poiché contribuiscono a danneggiare l'immagine delle istituzioni agli occhi dei cittadini. In un ordinamento democratico, quale quello in cui viviamo, gli eletti rappresentano il popolo sovrano, che pure sono chiamati a servire, e ci aspettiamo che rivestano il loro ruolo evitando di adottare condotte che con la democrazia e i suoi valori hanno poco a che fare. Anzi direi che il comportamento indecoroso di coloro che hanno fatto ricorso alle mani, mentre si discuteva una riforma, e i principi della democrazia si elidono a vicenda.

E non è la prima volta, e sospetto che non sarà l'ultima, che avvengono fatti simili all'interno delle Camere. Però sai cosa mi appare davvero stridente? Non già la circostanza che deputati e senatori, che chiamiamo impropriamente «onorevoli», vengano a botte in aula, dando prova di possedere uno scarso senso e uno scarso rispetto delle istituzioni. A lasciarmi di stucco è la constatazione della ipocrisia della politica. Insomma, questa gente qui, di destra e di sinistra e di centro, è la stessa che ogni giorno, da mattina a sera, tesse discorsi sulla pace, sul rispetto, sul bisogno di cancellare l'odio, sulla necessità di adottare un linguaggio non offensivo, e ci parla di fascismo, di antifascismo, di pacifismo, di inclusione, ci spiega e condanna la violenza contro le donne, così come ogni altra forma di abuso, sopraffazione, maltrattamento. Si presume che essa adotti quindi le condotte e gli usi virtuosi che predica ripudiando i costumi che condanna.

Eppure, anziché dare il buon esempio, dà prova di incoerenza ed efficacemente veicola il messaggio che confronto, dialogo, dibattito, pluralismo, ascolto, rispetto della libertà di pensiero (pure quando quel pensiero non ci piace) non sono

altro che concetti vuoti e che l'insulto, l'offesa, la prevaricazione sono, in fondo, leciti. Consentiti.

Poi non stupiamoci se i cittadini, anziché andare alle urne, se ne vanno in spiaggia. Un certo disgusto sorge spontaneo.

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