
Il nuovo disegno di legge delega sui Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP), che si potrebbe chiamare ddl Calderoli-bis, rappresenta un passo fondamentale verso la definizione e l’uniformazione di servizi essenziali su tutto il territorio nazionale. L’obiettivo principale del provvedimento è garantire che diritti civili e sociali siano rispettati e resi accessibili in modo equo, indipendentemente dalla regione di residenza.
I principi generali
La bozza del ddl stabilisce che il governo avrà nove mesi di tempo dall’entrata in vigore della legge per adottare uno o più decreti legislativi con cui definire i LEP. Per farlo, dovrà attenersi a specifici criteri generali e settoriali, garantendo coerenza con le politiche di finanza pubblica e il rispetto degli equilibri di bilancio. L’approccio si basa su solidarietà, eguaglianza sostanziale e unità, con l’obiettivo di uniformare il livello di prestazioni fondamentali su tutto il territorio nazionale.
Un aspetto chiave riguarda la definizione dei costi e dei fabbisogni standard per i LEP, che verranno aggiornati periodicamente. Inoltre, il governo avrà la possibilità di apportare modifiche ai decreti legislativi entro diciotto mesi dalla loro entrata in vigore, sempre nel rispetto dei principi generali della legge. Per il momento, i LEP sono categorizzati in 36 settori raggruppati in 12 materie. Dalla loro individuazione non devono «derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica né incremento della pressione fiscale rispetto a quella risultante dalla legislazione vigente».
I rilievi della Corte Costituzionale
Il nuovo ddl nasce come risposta alla sentenza n. 192 del 2024 della Corte Costituzionale, che ha dichiarato "l’illegittimità costituzionale della previsione contenente la delega per l’adozione dei decreti legislativi per l’individuazione dei LEP" prevista dalla legge Calderoli (l. 86/2024). La Consulta ha evidenziato che "una determinazione plurisettoriale di criteri direttivi per la fissazione dei LEP, che non moduli tali criteri in relazione ai diversi settori, risulta inevitabilmente destinata alla genericità". Per superare questa criticità, il nuovo ddl introduce la nozione di “settore organico di materie”.
Settori di applicazione
La bozza individua diversi settori in cui i LEP dovranno essere definiti, tra cui lavoro, istruzione, ricerca, alimentazione, sport, urbanistica, trasporti, comunicazioni, energia, cultura e ambiente. Vediamo alcuni degli ambiti più rilevanti:
Lavoro e Politiche Attive
Per quanto riguarda il mondo del lavoro, il ddl prevede servizi di collocamento per disoccupati e categorie fragili, con misure mirate per l’orientamento, il supporto all’inserimento lavorativo e la gestione di incentivi per la mobilità territoriale. Un punto chiave è l’attenzione verso le persone con disabilità, con servizi di collocamento mirato e percorsi di inserimento personalizzati.
Istruzione e Formazione
L’istruzione è un altro pilastro della riforma. Il governo dovrà garantire un’adeguata organizzazione della rete scolastica, dalla scuola dell’infanzia fino alla secondaria, stabilendo parametri precisi per la formazione delle classi, la valutazione degli studenti e gli esami di Stato. Particolare attenzione sarà riservata all’inclusione degli alunni con bisogni educativi speciali e alla digitalizzazione delle scuole, per garantire un accesso equo alle nuove tecnologie.
Ricerca e Innovazione
Nel settore della ricerca, il ddl delega prevede il sostegno alle attività scientifiche e tecnologiche, con l’obiettivo di favorire l’innovazione nei settori produttivi e migliorare la competitività del Paese.
Urbanistica e Edilizia
Per quanto riguarda la pianificazione del territorio, il Governo dovrà definire standard urbanistici minimi, regolamentare le attività edilizie e disciplinare i criteri per la pianificazione urbanistica, garantendo un equilibrio tra sviluppo e tutela dell’ambiente.
Trasporti e Comunicazioni
Un altro punto fondamentale riguarda le infrastrutture di trasporto e la comunicazione. I LEP dovranno garantire la qualità minima dei servizi portuali e aeroportuali, l’accessibilità per le persone a mobilità ridotta e la sicurezza nei trasporti. Nel settore delle telecomunicazioni, il ddl prevede l’accesso uniforme ai servizi di banda larga e alle reti mobili 5G.
Cultura e Ambiente
Il ddl si occupa anche della tutela del patrimonio culturale e ambientale, stabilendo livelli minimi di qualità per musei, beni culturali e attività artistiche. Per l’ambiente, saranno definiti standard per contrastare i cambiamenti climatici e promuovere la sostenibilità.
Le criticità
Un nodo decisivo da sciogliere rimane il finanziamento dei LEP. Il ddl prevede che "i decreti legislativi dai quali derivano nuovi o maggiori oneri dovranno essere adottati solo contestualmente o successivamente all’entrata in vigore dei provvedimenti legislativi che stanziano le occorrenti risorse finanziarie". Tuttavia, al momento non sono state identificate risorse aggiuntive, il che potrebbe ostacolare l’effettiva attuazione della riforma.
Una sfida che investe tutta la maggioranza
Questa riforma si propone di colmare le disuguaglianze territoriali garantendo servizi essenziali omogenei in tutto il Paese. L’attuazione dei LEP sarà cruciale per assicurare un’effettiva parità di accesso a diritti fondamentali e migliorare la qualità della vita dei cittadini, indipendentemente dalla regione in cui vivono. Va detto che il ddl Calderoli ha una forte impronta leghista ed è mirato ad assicurare una categorizzazione degli ambiti di spesa e dell’allocazione ottimale delle risorse che è certamente più facile al Nord che al Sud. Ed è proprio il Mezzogiorno che è chiamato a un surplus di responsabilità. Un compito non facile, soprattutto per le implicazioni a livello di consenso politico che questo comporta.
Nella maggioranza di governo Fdi e Fi hanno un forte radicamento territoriale nel Meridione ed una attuazione della delega non è semplice, considerato che le opposizioni hanno sempre sfruttato il tema (ovviamente a scopo elettorale) per sottolinearne gli esiti potenzialmente divisivi. Ultimo ma non meno importante, il ruolo di garante costituzionale del presidente della Repubblica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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