Pelle, stringhe, eleganza L'«inglesità» di Church's

Una storia secolare nata per resistere al clima di Londra. E diventata una lezione di stile

Margherita Tizzi

È proprio la sua «inglesità» ad aver conquistato anche i mercati più difficili, soddisfacendo persino i gusti degli italiani. Pellami resistenti al clima uggioso di Londra e dintorni, modelli pensati ma mai stravaganti, con le stringhe in primo piano e dalla durata e resistenza universalmente riconosciute, grazie ai 250 passaggi manuali e alle 8 settimane per realizzarne un solo paio. Parliamo di un marchio che ha imposto una moda comoda, sempre fedele a sé stessa e al valore della tradizione, «capace di mantenerci umili e, al contempo, di spingerci in avanti».

Non a caso la storia di Church's si estende per secoli: nella seconda metà del 1600, Stone Church, bisnonno del fondatore dell'azienda, era già noto come maestro calzolaio e le sue competenze furono tramandate di generazione in generazione fino a quando Thomas, pronipote di Stone, decise di allestire una piccola fabbrica a Northampton, al civico 30 di Maple Street, con la moglie Eliza e i due figli Alfred e William. All'epoca la maggior parte del lavoro veniva ancora svolto nelle case dei singoli artigiani, ma nei successivi vent'anni tutti i processi di lavorazione furono spostati all'interno del nuovo stabilimento di Duke Street. E nel giro di poco, il numero di ordini aumentò, di pari passo con l'ultima fase del primo boom vittoriano e con l'avvento dell'industrializzazione. L'azienda era diventata punto di riferimento per il segmento di alta qualità sia per il mercato locale, sia per i più esigenti negozi di calzature di Londra e d'Inghilterra e, agli inizi del 900, per i nuovi mercati europei e americani. Merito, anche, di una rivoluzionaria introduzione da parte di William: quella del modello Adaptable, con una scarpa destra e sinistra, di cui fu pubblicizzata la varietà di larghezze, materiali e la disponibilità di mezze taglie. Fino allora, infatti, le sagome si adattavano, in qualche modo e indistintamente, ai due piedi. È, invece, del 1929 il modello Shanghai, pensato per i viaggiatori diretti negli avamposti inglesi del lontano oriente, da cui il nome e l'aspetto coloniale. Un equilibrio fra sofisticato e sportivo, un mix unico di monk strap e brogue con dettaglio della nappa e suola in gomma, controbilanciato da colori naturali, che servono a ridurre leggermente il fattore eleganza. Nel 2009, dopo aver ritrovato un esemplare originale nello stabilimento di Northampton, l'azienda ha deciso di riproporne una versione identica con un look volutamente vintage, una scelta molto apprezzata dai clienti.

Ancora.

Nel 1965 la visita della regina Elisabetta, per il conferimento del «Queen's Award» per l'esportazione, e, nel 1999, un nuovo capitolo della storia del marchio con l'ingresso nel Gruppo Prada, che non ha, in alcun modo, intaccato il 100% made in English, bensì, con un lungo lavoro d'archivio, ha reso possibile il recupero di modelli, disegni e sapienze tecniche, tanto da reintrodurre la collezione donna, scomparsa per alcuni decenni dalla produzione Church's.

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