Ospite a Domenica In, trasmissione in onda su Rai 1, Enzo Ghinazzi, in arte Pupo, torna a parlare dei drammatici momenti vissuti a causa della sua ludopatia. Non è la prima volta che il cantautore e conduttore televisivo decide di affrontare questo delicato tema, raccontando pubblicamente la sua storia. Intervistato da Mara Venier, Pupo fa un bilancio della sua vita e definisce come ultra-positiva la sua esistanza, malgrado i problemi affrontati.
La lotta contro le dipendenze
"Non pensavo di arrivare vivo a questa età. Avevo fatto progetti diversi, quindi la gestione della mia carriera e delle mie risorse economiche era fatta in virtù di una aspettativa di vita fino a 53-54 anni", racconta Pupo, prima di passare ad affrontare la sua forte dipendenza dal gioco d'azzardo, un periodo molto buio della sua vita.
Malgrado i momenti molto bassi vissuti, il cantante riesce a trovare del positivo nella sua esperienza, perché"io sono l’esempio che si può uscire da quel tunnel con fatica, con dolore, con tanto aiuto da parte delle persone che ti vogliono bene e ti stimano". Ghinazzi passa quindi a spiegare che il gioco d'azzardo è entrato nella sua vita molto presto, dato che il padre Fiorello era un giocatore. Il cantante aveva solo 14 anni quando la dipendenza si è fatta a poco a poco strada dentro di lui. "Nella sua infinita dolcezza, mio papà era un uomo debole e per anni mia madre Irene è stata disperata perché il marito e il figlio erano finiti tra le grinfie di questo demone", confessa Pupo.
E di demone si è trattato veramente. Il cantante, infatti, descrive una situazione ormai ingestibile, con debiti e problemi da risolvere. Un inferno dal quale, a un certo punto, spinto dalla disperazione, aveva cercato di sottrarsi, ricorrendo all'unico modo ritenuto possibile il quel momento di oscurità. "Un giorno, tornando dal casinò di Venezia, pieno di debiti e di problemi, senza un futuro, vedendo tutto nero davanti a me, mi fermai sul viadotto che divide l'Emilia-Romagna dalla Toscana della vecchia Autostrada del Sole. Parcheggiai la mia Jaguar, scesi e pensai di farla finita", confessa.
Il tir, lo spostamento d'aria, la salvezza
Talvolta, però, può bastare davvero poco per trovare un appiglio a cui aggrapparsi. Per Enzo Ghinazzi è stato proprio così. Quel giorno, mentre sostava sulla strada e meditava sulla propria vita, il cantante vide transitare un tir, che nel suo passaggio provocò un brusco spostamento d'aria. Fu sufficiente.
"Mi destò dal torpore e dall'oblio in cui ero caduto", spiega Pupo.
"Mi risvegliai e dissi: 'Ma cosa sto facendo?'. Risalii in macchina, tornai a casa e nel settembre dello stesso anno mi chiamò Gianni Boncompagni per farmi condurre Domenica In con la Fenech proprio in questi studi e da lì ripartì la mia vita", conclude.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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