Carlotta, Mary, Wallis e Camilla: il difficile mestiere di Regina consorte

Prima di Camilla altri reali consorti hanno sostenuto il peso della Corona britannica, rimanendo un passo dietro i Re e le Regine regnanti

Carlotta, Mary, Wallis e Camilla: il difficile mestiere di Regina consorte

La Regina Camilla è solo l’ultima di una lunga lista di sovrani consorti del Regno Unito che comprende otto donne e tre uomini. Un elenco che ci porta indietro nel tempo, fino al 1707, data che sancisce l’unione di Inghilterra e Scozia. Vite rimaste all’ombra del trono, molte delle quali affascinanti e che hanno fatto la Storia della nazione e delle royal family inglesi.

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La sfortuna di Anna Stuart e Giorgio di Danimarca

Giorgio di Danimarca e Norvegia (1653-1708), figlio del re Federico III di Danimarca, sposò la Regina Anna Stuart (1665-1714) il 28 luglio 1683 nel Palazzo di St. James. Anna fu la prima sovrana del Regno di Gran Bretagna, creato dall’unione dei regni di Inghilterra e Scozia e contemporaneamente Regina d’Irlanda. Viene ricordata anche perché fu l’ultima degli Stuart. Il suo matrimonio con il principe Giorgio fu sereno e riuscito dal punto di vista delle affinità della coppia, ma la felicità fu un traguardo irraggiungibile a causa della mancanza di eredi. Sembra, infatti, che Anna soffrisse di una malattia autoimmune, la sindrome da anticorpi antifosfolipidi e che questo non le avrebbe permesso di mettere al mondo figli sani. Tra il 1684 e il 1700 la Regina affrontò ben diciassette gravidanze, ma i bambini nacquero morti, o morirono poche ore dopo, o ancora vi furono diversi aborti spontanei. La sovrana riuscì a mettere al mondo due bambine che non arrivarono a compiere due anni a causa del vaiolo e un bambino, Guglielmo, che morì nel 1700 a 11 anni. La mancanza di figli costrinse il governo a redigere, nel 1701, l’Act of Settlement che nominò erede Sofia del Palatinato, nipote di Giacomo I, evitando la minaccia di una successione cattolica e consegnando il regno al casato Hannover. Giorgio di Danimarca fu un uomo tranquillo, riservato, forse non molto portato per le questioni di Stato, ma comunque sua moglie lo nominò capo (nominale) della Royal Navy e generale delle forze militari. Giorgio morì, il 28 ottobre 1708, lasciando nella disperazione la Regina Anna.

“Non sposerò quel maiale”

Sofia Dorotea di Brunswick Lüneburg-Celle (1666-1726) non aveva alcuna intenzione di sposare Giorgio Ludovico di Hannover, diventato Giorgio I, re di Gran Bretagna e d’Irlanda nel 1714 e figlio di Sofia del Palatinato. La giovane considerava il futuro sposo un “maiale”, ma le famiglie avevano già deciso che le nozze si sarebbero celebrate e così avvenne nel 1682 a Hannover. A nulla servì la rabbia di Sofia, che avrebbe addirittura scagliato contro il muro una miniatura di Giorgio per manifestare apertamente il suo dissenso al matrimonio. Pare che alla vista dell’uomo sia addirittura svenuta, ma neppure questo fece cambiare idea ai genitori. Inutile dire che la loro unione fu un disastro leggermente mitigato dalla nascita di due figli. Le cose peggiorarono quando entrambi i coniugi iniziarono delle relazioni extraconiugali. I tempi non erano favorevoli alle donne, così fu Giorgio ad accusare la moglie di averlo tradito e, sembra, a far uccidere il suo amante. Sofia, per ripicca, snocciolò la lista delle favorite del re. Giorgio tentò di aggredirla, ma venne fermato dai cortigiani. Quando la Regina consorte tentò di fuggire, venne rinchiusa nel Castello di Ahlden e il matrimonio venne annullato.

Carolina, l’unica donna nel cuore del Re

Voltiamo decisamente pagina con il matrimonio tra la principessa Carolina di Brandeburgo-Ansbach (1683-1737) e Giorgio II di Hannover (1683-1760, figlio di Sofia Dorotea di Celle). I due si sposarono nel 1705 e il loro fu un matrimonio felice, ma non proprio tranquillo: Giorgio II, quando era ancora principe di Galles, si impegnò a osteggiare la politica del padre, Giorgio I e non riuscì mai a perdonargli di aver reso impossibile la vita di sua madre. Per questo il re bandì dalla corte il figlio e la moglie Carolina. Naturalmente la strategia non portò proprio a nulla. Alla morte di Giorgio I, nel 1727 salirono al trono Giorgio II e la moglie, la quale divenne un punto fermo nella politica del regno. Carolina era una donna molto intelligente, godeva di popolarità e stima da parte del popolo era amatissima dal monarca e per quattro volte, cioè quando Sua Maestà era a Hannover, assunse la reggenza. Morì nel 1737. Poco prima della fine permise a Giorgio II di cercare una nuova moglie, ma il Re decise di non risposarsi mai più.

La Regina Carlotta: dalla Storia a Bridgerton

La Regina Carlotta, ovvero Carlotta di Meclemburgo-Strelitz (1744-1818) non ha bisogno di presentazioni. Fu la Regina consorte più longeva della Storia britannica, preceduta solo dal principe Filippo. Infatti regnò dall’8 settembre 1761 al giorno della sua morte, il 17 novembre 1818. Sposò Giorgio III (1738-1820, il Re che per primo usò l’inglese come lingua madre, conosciuto anche come “Re Pazzo”) nel 1761 e gli diede quindici figli. Le nozze non cominciarono sotto i migliori auspici, perché come da tradizione l’unione era stata combinata. Col tempo, però, Giorgio e Carlotta iniziarono a conoscersi e a capirsi. La sovrana era appassionata d’arte e di botanica e la sua vita trascorse piuttosto tranquilla fino ai primi segnali di squilibrio mentale di Giorgio III. Nel 1811, quando la salute psichica del monarca si aggravò, divenendo ingestibile, fu il principe di Galles Giorgio Augusto (divenuto Giorgio IV nel 1820) ad assumere la reggenza. Ciò significò, per Carlotta, un progressivo allontanamento dal centro della corte e l’inizio di un lungo periodo di solitudine. La sovrana consorte è famosa anche perché pare fosse discendente del re del Portogallo Alfonso III e dell’amante africana Mourana Gib, circostanza che ha portato gli studiosi a ipotizzare che Carlotta potesse avere una pelle più scura.

La “Regina ingiuriata”

Carolina Amalia di Brunswick (1768-1821) fu la moglie respinta di Giorgio IV (1762-1830). La sua è una storia incredibile: i due si sposarono nel 1795 per volere delle famiglie. Pare che quando il Re conobbe la futura moglie, chiese un bicchiere di brandy per riaversi dalla delusione. Stesso sentimento provato da Carolina. Addirittura, attraverso le lettere di Giorgio IV, sappiamo che la coppia ebbe solo tre rapporti sessuali. I coniugi intrapresero relazioni clandestine ma, ancora una volta, venne condannata solo la Regina consorte, definita “The Immoral Queen”. Giorgio IV si innamorò di Mary Fitzherbert, una donna cattolica che, in base all’Act of Settlement, non poteva sposare a meno di perdere il diritto al trono. Il Re la portò comunque all’altare nel 1785, ma il matrimonio venne annullato perché contrario alla Legge. Tuttavia Mary si considerò sempre moglie, seppur morganatica di Giorgio. Carolina, invece, si separò dal sovrano e abbandonò la corte dopo la nascita della figlia Carlotta. Visse in esilio a Villa d’Este, in Italia e tentò di rientrare a Londra per l’incoronazione del marito, il 19 luglio 1821, sperando di riuscire a far valere i suoi diritti di Regina consorte. Venne letteralmente cacciata dall’Abbazia di Westminster e poche ore dopo morì per aver ingerito latte di magnesia e laudano. Qualcuno ipotizzò che fosse stata avvelenata, ma la tesi del suicidio sembra più credibile. Nel suo testamento chiese di far scrivere sulla sua lapide: “Qui giace Carolina, l’ingiuriata Regina d’Inghilterra”.

Alberto, il principe “discriminato”

Al principe Alberto di Sassonia Coburgo-Gotha (1819-1861) toccò il difficile compito di sostenere una Regina forte e determinata, che ha fatto la Storia: la Regina Vittoria (1819-1901), incoronata nel 1838, ma in carica dal 1837. Alberto fu l’amatissimo marito di Vittoria dal 10 febbraio 1840. Quando morì di febbre tifoidea a soli 42 anni, nel 1861, la monarca decise di indossare il lutto a vita (e gli sopravvisse quarant’anni). Il loro fu un matrimonio osteggiato, almeno all’inizio, a causa delle origini tedesche del principe. Ma fu un’unione riuscita: la coppia ebbe 9 figli e 42 nipoti. Alberto seppe ritagliarsi un ruolo tutto suo a corte, consigliando la moglie e prendendo posizione su questioni importanti e delicate come l’abolizione della schiavitù. Eppure il Parlamento lo bistrattò in diverse occasioni: non gli concesse un titolo nobiliare britannico e stabilì che la sua rendita annuale fosse solo di 30mila sterline (di solito era di 50mila). Alberto replicò con nonchalance: “Non ho bisogno di un titolo nobiliare britannico. Sarebbe quasi un passo verso il basso, perché in quanto duca di Sassonia mi sento molto più in alto di un duca di York o di Kent”. Ci pensò la regina Vittoria a stroncare ogni tentativo di “discriminazione” concedendo al marito il titolo di principe consorte il 25 giugno 1857.

Mary di Teck, una tempra d’acciaio

Mary di Teck (1867-1953) è ricordata come una donna colta, molto severa, sempre seria e riservata, con un carattere fortissimo. Fu la nonna della regina Elisabetta ma, in realtà, non era stata promessa in sposa a Giorgio V (1865-1936), bensì al fratello Alberto, duca di Clarence. Purtroppo quest’ultimo morì di polmonite appena sei settimane dopo l’annuncio del fidanzamento. Nonostante questo Mary e Giorgio si innamorarono davvero e quest’ultimo, dicono le fonti, non ebbe mai un’amante. La Regina consorte non accettò mai la relazione del figlio Edoardo VIII con Wallis Simpson, poiché giudicava quest’ultima inadatta al ruolo di Regina e non approvava che fosse divorziata. Tuttavia seppe affrontare le avversità della vita con un’apparente pacatezza e una lucidità incredibili. Si occupò personalmente dell’educazione della futura regina Elisabetta e della sorella Margaret, accompagnandole nei musei e cercando di far nascere in loro l’amore per la Storia e per l’Arte.

Elizabeth Bowes-Lyon

Chi non ricorda i meravigliosi cappellini della Regina Madre Elizabeth Bowes-Lyon (1900-2002)? Ma la moglie di Giorgio VI (1895-1952) fu molto più di una gioviale, popolare sovrana, membro più longevo della royal family. In realtà non doveva diventare Regina, visto che aveva sposato il fratello cadetto dei Windsor. L’abdicazione di Edoardo VIII, però, cambiò per sempre il suo destino. Sembra che Adolf Hitler l’abbia definita “la donna più pericolosa d’Europa”. La ricordiamo non solo per il suo grande fascino e la sua abilità nel ruolo di consigliera della giovane Elisabetta II, ma anche perché durante la Seconda Guerra Mondiale, nonostante i bombardamenti, si rifiutò di abbandonare Londra con il marito e far trasferire le figlie in un luogo sicuro dicendo: “Le bambine non se ne andranno senza di me. Io non me ne andrò senza il Re. E il Re non se ne andrà mai”.

Il principe Filippo, nato sul tavolo della cucina

Come dimenticare il carattere un po’ burbero ma molto schietto del duca di Edimburgo (1921-2021)? Il principe Filippo nacque a Corfù, nella villa di famiglia di Mon Repos, sul tavolo della cucina. Quinto e unico figlio maschio del principe Andrea di Grecia e Danimarca e della principessa Alice di Battenberg. La famiglia del futuro sposo di Elisabetta II dovette fuggire durante la guerra greco-turca (1919-1922). Filippo, all’epoca neonato, venne messo in salvo sulla nave da guerra britannica HMS Calypso, adagiato dentro un cassetta delle arance. Filippo era l’unico che potesse far tacere la regina Elisabetta. La leggenda vuole che un giorno, mentre il duca e la moglie erano in auto, quest’ultima gli abbia chiesto con insistenza di rallentare. Filippo le avrebbe risposto: “Se non chiudi il becco, ti faccio scendere”.

Camilla, da “rovinafamiglie” a Regina

La storia di Camilla (1947) è stata raccontata innumerevoli volte da giornali, libri, documentari. La donna che sta per diventare Regina consorte è stata per anni la rivale di Lady Diana, accusata di aver mandato a monte il primo matrimonio di Carlo III. In realtà il sovrano e Camilla si amano dal loro primo incontro, nel 1970. Carlo, però, non ebbe il coraggio di ribellarsi alla ragion di Stato e alla volontà della famiglia, che non apprezzava Camilla. L’attuale sovrana ha impiegato anni per farsi amare dal popolo e dalla regina Elisabetta, che proprio alla vigilia del suo ultimo Accession Day, nel 2022, chiese di dare a Camilla il titolo di Regina consorte dopo la sua morte. C’è un aneddoto sulla sua vita molto interessante, ma riportato non molto spesso dai giornali: il 29 luglio 1981, alla cerimonia nuziale di Carlo e Diana, Camilla si vestì di bianco. Colore che secondo il galateo deve essere riservato solo alla sposa. Nessuno sa per quale motivo l’attuale Regina abbia compiuto quel gesto di ribellione, ma quell’abito rimane il simbolo di un amore proibito che solo con il tempo e la pazienza è stato accettato dal mondo intero.

Regine mancate: Wallis e Diana

Wallis Simpson (1896-1986), moglie di Edoardo VIII (1894-1972), che per lei abbandonò il trono nel 1936 e Lady Diana (1961-1997) sono due personaggi molto diversi, ma legati da un destino comune: perdere il trono. La prima era la donna che nessuno voleva vedere con una corona sul capo, la divorziata dal passato discusso, l’arrampicatrice sociale che era stata in grado di ammaliare un Re. La seconda, invece, doveva essere la sposa perfetta, nobile, vergine, giovane. Wallis era per tutti una sorta di avventuriera, Diana una ragazza timida e priva di esperienza. La Simpson ha accettato di vivere una vita nell’ombra, rinunciando al potere. Lady Diana non ha voluto questo potere. Ha trovato se stessa dopo il divorzio da Carlo e se non fosse stato per la sua morte prematura forse oggi la conosceremmo come una celebre filantropa.

Sia Wallis sia Diana sono state infelici, colpevoli per aver infranto gli schemi, seppur in modo diverso. Sono Regine consorti mancate ma, senza di loro, senza i loro pregi e i loro difetti, le loro storie e la loro ribellione, forse, la royal family non sarebbe quella che oggi è.

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