Piazza Bologna e dintorni: chiamatela nuova frontiera

Chiara Cirillo

Sorto intorno agli anni Venti alle spalle di Villa Torlonia, il quartiere Italia vive nell’immediato dopoguerra il suo momento di massima espansione. Intorno a piazza Bologna, snodo principale del quartiere su cui si affaccia uno degli edifici postali più imponenti della capitale, ferve un’insospettabile vitalità notturna. Tra viale XXI Aprile, via Catania e viale delle Province fino a risalire su viale Ippocrate verso l’università La Sapienza, sono spuntati una serie di locali accoglienti e di tendenza. Perché nel quartiere scelto dagli studenti universitari fuori sede, al confine con la più chiassosa e ormai satura San Lorenzo, c’è un locale per ogni ghiribizzo. Una delle prime a portare un ventata d’aria nuova nel sonnacchioso quartiere Bologna è stata la dolce Sabrina Iasillo che nel 2003 ha aperto il suo Uve e Forme (via Padova, 6 telefono 06.44236801). Una scelta coraggiosa «perché allora il quartiere era prettamente residenziale, abitato per lo più da una borghesia anni Cinquanta, con pochi punti di ritrovo. La sera c’era una forza centrifuga che ti spingeva fuori dal silenzio dei palazzi in giro per la città». Ma oggi non è più così, dopo Sabrina in molti si sono adeguati al fatto che il quartiere è cambiato. E così in questa piccola strada a senso unico, decentrata, è un piacere immergersi in un’atmosfera ricca di pacatezza, dove si ode solo un sottile brusìo, e si può scegliere tra 250 etichette nazionali e piatti preparati dal giovane chef Marco Tombolino. Dei cambiamenti in corso ne sa qualcosa la signora Rosaria che da quarant’anni dalla sua enoteca De Vita (via Arezzo, 36 telefono 06.44244603) «guarda la gente cambiare». Questo vini e oli, in cui il tempo sembra essersi fermato ai favolosi anni Sessanta, conserva ancora il pavimento originale dell’epoca, il bancone in acciaio e formica e ancora oggi molti clienti vengono a riempire i boccioni del vino dei Castelli. Di recente apertura (era il 2004) e di tutt’altra concezione è il Momart, ristorante, wine bar, che conta il pieno ogni sera. In questo spazio di design, musica e allegria (viale XXI Aprile, 19 telefono 06.86391656), Andrea, il giovane proprietario, segue personalmente il momento dell’aperitivo davvero ricco e abbondante. Sulle sue orme il Restart, aperto l’ottobre scorso ma già un punto di ritrovo decisamente «under 30». Nei 200 metri quadri di tavoli e sedie colorate, si organizzano concerti live, serate di teatro sperimentale, oltre a divertenti giochi di società (via Udine, 1). Sulla silenziosa via di Villa Massimo, affacciata sul parco del quartiere, troviamo La Casina dei Pini, quest’anno premiata dalla guida di Roma del Gambero Rosso con l’Oscar qualità e simpatia. Un luogo speciale perché immerso nel verde, perché il brunch è tra i più raffinati, perché il servizio è attento e gentile e infine perché dal caffè fino all’aperitivo tutto sa di buono (via di villa Massimo, 8a telefono 06.44244707).
I fratelli Scirè sono partiti da Catania nel 2000 con un’idea fissa: aprire un locale di gastronomia catanese nella capitale e ci sono riusciti: Mizzica è un trionfo di specialità siciliane, «cartocciate» con verdure, arancine al ragù, spinaci e salmone, sfoglie di prosciutto e mozzarella e anche i dolci sono tutti presenti: cannoli, granite e brioche, cassata e pasta di mandorla, in questo periodo anche con tavolini all’aperto (via Catanzaro, 30 telefono 06.44236024).


Tra i locali della «vecchia guardia» si confermano dei validi indirizzi il ristorante La Mimosa, proprio di fronte al teatro delle Muse recentemente tornato a splendere, la pizzeria Il Tunnel al civico 11 di via Arezzo e I Toscani al numero 41 di via Forlì. Insomma, questo sonnacchioso quartiere si è svegliato e si inserisce a pieno titolo tra i quartieri «by night» della capitale.

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