"Picchiato dai vigili perché sono nero"

Lo avrebbero scambiato per uno spacciatore, rincorso e riempito di botte, ma la polizia municipale di Parma nega. L'accusa di un giovane ghanese: "Insulti razzisti anche sul verbale"

"Picchiato dai vigili 
perché sono nero"

Parma - L'hanno fermato all'uscita da scuola e l'hanno pestato, convinti fosse uno spacciatore: un piede sopra la testa, le manette e poi botte, anche all'interno dell’auto di servizio. Almeno così giura Emmanuel Foster Bonsu, ghanese di 22 anni, che ha presentato denuncia contro sette agenti della polizia municipale di Parma: «Mi hanno aggredito e insultato con ingiurie razziste». Nella busta del Comune con i verbali del fermo consegnata alla famiglia, c’è scritto «Emmanuel negro».

L'episodio è avvenuto domenica verso le 18 e trenta, al parco ex Eridania, il giovane ha un occhio nero, una gamba malconcia e varie lesioni. L'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Una) del ministero delle Pari opportunità ha aperto un'inchiesta, così come il comune di Parma. La sinistra, com’era prevedibile, ne ha subito approfittato per creare una polemica con la giunta di Parma che è di centrodestra.

Il comando della polizia municipale di Parma nega che siano state violate regole, sottolineando che due agenti sono rimasti feriti. «Il ghanese - spiega la comandante Emma Monguidi - è scappato, è stato rincorso e fermato. L'occhio nero? Mi hanno detto che è caduto faccia a terra, sul cordolo del marciapiede, smentisco ogni tipo di violenza». Il ragazzo è stato visto nel parco durante una operazione antidroga e considerato il palo di uno spacciatore. «Un agente in borghese si è avvicinato mostrandogli il tesserino, lui è scappato senza farsi identificare. È stato rincorso dall'agente e da altri due in servizio. C'è stata un po' di colluttazione, solo per colpa sua: dimenandosi ha urtato un nostro vigile e lo ha fatto cadere».
Per l'agente venti giorni di prognosi e un altro è stato ferito alla mano. «Niente insulti, tanto meno in caserma.

Non è mai stato spogliato e l'abbiamo trattato con rispetto, come tutti, al di là del colore della pelle. Come da prassi lo abbiamo solo perquisito». E la scritta «negro» sulla busta? «La busta era bianca, forse l'ha fatta lui...».

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