Di Pietro sale sul carro di Santoro e Travaglio: "In piazza per fermare il dittatore di Arcore"

Il 13 febbraio il popolo anti Cav protesta davanti al tribunale di Milano. Ci sarà anche il leader Idv: "Fermeremo le manovre golpiste del premier". Dal Pdl invece senso di responsabilità: "Non scenderemo in piazza". E la Santanché spiega: "Non vogliamo alzare i toni"

Di Pietro sale sul carro di Santoro e Travaglio: 
"In piazza per fermare il dittatore di Arcore"

Roma - Non poteva certo mancare Antonio Di Pietro alla manifestazione del 13 febbraio. Mancava soltanto il laeder dell'Idv per avere davanti al tribunale la più agguerrita platea degli anti Cav. Così l'ex pm di Mani Pulite salta sul carro di Santoro, Travaglio e compagni per "fermare le manovre golpiste di Berlusconi". Una manifestazione - quella del 13 febbraio - che si nasconde dietro al diritto di espressione, ma che ha come unico scopo quello di scaldare la piazza contro il presidente del Consiglio. Così, mentre il Pdl fa sapere che non manifesterà contro i pm politicizzati proprio per evitare che lo scontro si faccia troppo forte, Di Pietro butta benzina sul fuoco. E la situazione, già resa incandescente dall'assalto giudiziario messo in atto dalla magistratura, rischia di farsi sempre più pericolosa.

Di Pietro in piazza con Santoro La manifestazione di fronte alla procura di Milano era stata convocata da Beppe Giulietti, Federico Orlando e Articolo 21. Subito è stata rilanciata ieri da Barbara Spinelli, Michele Santoro e Marco Travaglio. Oggi anche Di Pietro ha fatto sapere che non mancherà: "Non si può più rimanere inerti di fronte alle manovre sempre più sfacciatamente golpiste dell’uomo che, indegnamente, ricopre la carica di presidente del Consiglio e che ormai, pur di sfuggire alla giustizia, è pronto davvero a tutto". Proprio nel giorno in cui il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, aveva chiesto di abbassare i toni, l'ex pm si è subito adoperato per riscaldare gli animi accusando il Cavaliere di "tenere in ostaggio" l'Italia. L'intenzione di Di Pietro è proprio quella di fare leva sulla "rabbia che cresce in questo paese" per poterla portare in piazza: "Mobilitiamo l’indignazione collettiva per evitare la rivolta violenta che oramai è alle porte se non ci diamo una mossa a liberare il paese dal nostro piccolo meschino dittatorello di Arcore".

Il senso di responsabilità del Pdl Al contrario di Santoro e compagni il Pdl ha dimostrato senso di responsabilità nel tentativo di far rientrare lo scontro che si è venuto a creare nelle ultime settimane. Il coordinatore Ignazio La Russa ha fatto sapere che non ci sarà alcuna manifestazione del Pdl il 13 febbraio, né a Milano né in altre regioni d’Italia. "Noi non vogliamo alzare i toni - ha spiegato il sottosegretario Daniela Santanchè - noi li vorremmo abbassare ma bisognerebbe parlare con quel partito che è composto oltre che dall’opposizione dal partito dei giornali, in testa Repubblica, al partito di quei giornalisti televisivi diventati militanti". Per questo, ha spiegato La Russa, il Pdl preferisce allestire dei gazebo in tutta Italia per raccogliere le firme al governo: "Sottoscrivere la fiducia al presidente è più importante di rinchiudersi nei teatri o qualsiasi piazza".

"L’unica notizia della giornata è che finalmente abbiamo scoperto che il Pd ha trovato due leader - ha chiosato la Santanchè - al Sud coperto da Saviano che ha commissariato le primarie e al Nord Santoro, che ha gettato la maschera".

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