Podestà: "Encefalogramma piatto nel Pdl"

LA SFIDA AL CONGRESSO Quattro candidati. L’ex coordinatore regionale outsider contro il listone di Mantovani, ex An e area Cl: "Partito da risvegliare". La Russa: "Diamo forza a una classe dirigente nuova". PODESTA' SI CANDIDA SU YOUTUBE: GUARDA IL VIDEO

Podestà: "Encefalogramma piatto nel Pdl"

Quattro giorni al congresso provinciale del Pdl. E, come prevedibile, il confronto s’infiamma. Ieri il protagonista è stato ancora il presidente della Provincia Guido Podestà, messosi a sorpresa in gioco a capo di una sua lista personale per dare la scalata al ruolo di coordinatore. E, ricordando il Silvio Berlusconi che scese in campo nel 1994, ha annunciato al sua candidatura con un video su Youtube. Spiegando, con un po’ di veleno, che a Milano il Pdl ha bisogno di «una conduzione esperta, capace, in grado di far ripartire il partito che in questi ultimi tempi ha mostrato un elettroencefalogramma piatto». Poi ricorda «la sconfitta di Milano che per tanti aspetti ci siamo voluti e meritati», aggiungendo che «da quel momento in avanti il partito non è più esistito». Un attacco durissimo al coordinamento regionale. Dove, però, sempre ieri è arrivata una lettera indirizzata al coordinatore Mario Mantovani in cui il sindaco di Segrate Adriano Alessandrini denunciava di essere stato inserito a sua insaputa proprio nella lista di Podestà. «Io non sono in alcuna lista - ha confermato Alessandrini - Amministro una città, sono il sindaco di tutti e non mi sembra giusto schierarmi o entrare in un organo di partito».
Ormai è guerra aperta. Niente «listone» unico e le squadre in campo continuano a rimanere quattro. Nonostante le voci di ritiri e assorbimenti. «Noi non lasciamo - assicura Alberto Villa, l’assessore comunale di Pessano con Bornago vicino al movimento dei Tea-Party e a capo della lista dei «giovani» - La nostra è l’idea di due ventenni che non approvavano il congresso unitario, perché gli inciuci sono la morte del partito. In questo momento difficile per il Pdl, non ci possiamo permettere di perdere questa che deve essere un’occasione di confronto e non di scontro». Intanto, però, Villa perde un grosso sponsor come l’ex assessore Andrea Mascaretti che torna a confluire nel progetto Podestà di cui è da sempre un fedelissimo. Lista personale, invece, per il sindaco di Basiglio Marco Flavio Cirillo e Vincenzo Curia, sostenuto dall’onorevole Mariella Bocciardo, dall’assessore regionale Massimo Buscemi e da Valentina Aprea. «Sappiamo di sfidare Golia - dice Cirillo -, ma lo facciamo senza alcun timore, con l’obiettivo di dare voce a tutti quelli che sono stati mortificati da una gestione del partito che è stata quantomeno inefficace e lontana dai problemi della gente. Sfidiamo i signori delle tessere. La nostra linea è la politica dell’azione, quella di chi si è realmente mobilitato per i cittadini contro Area C, mentre gli altri parlavano solamente».
E poi c’è l’ormai famoso «listone». Quello che, su indicazione del coordinatore regionale Mario Mantovani avrebbe dovuto riunire tutte le diverse correnti sotto il nome dell’assessore all’Urbanistica di Carate Brianza, l’ex an Sandro Sisler. Che è anche presidente dell’Aler di Monza e Brianza e dirigente di Lombardia Informatica. Per ora sembra tenere, anche dopo la fragorosa discesa in campo di Podestà, l’accordo tra gli ex an di Ignazio La Russa, i ciellini di Roberto Formigoni, il coordinatore Mantovani, socialisti della famiglia Colucci e gli ex dc di Domenico Zambetti. Sulla carta potrebbe essere numericamente la squadra vincente, ma è chiaro che quello di Podestà è un nome più pesante all’interno del partito rispetto al ben poco noto Sisler.

«La contrapposizione con il presidente Podestà - spiega lo stesso Sisler - non sarà mai un momento di contrasto, né personale, né tantomeno politico; stimo troppo il presidente della Provincia per considerarlo un avversario, anche se il confronto sarà vero e acceso. Insieme, chiunque vincerà, sapremo costruire un nuovo partito». Il programma? «Valuteremo e proporremo ai nostri parlamentari una nuova legge elettorale che tenga conto delle preferenze».

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