Il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti avrebbe ordinato agli investigatori dell'Fbi e dell'Irs - l'agenzia governativa deputata alla riscossione dei tributi - coinvolti nell'indagine su Hunter Biden, di "rimuovere qualsiasi riferimento" al padre, il presidente Usa Joe Biden. Lo rivelano nuovi documenti diffusi nelle scorse ore dall'House Ways & Means Committee della Camera a seguito di un'indagine basata sul Foreign Agents Registration Act del 1938. Secondo il comitato, l'amministrazione Biden - compresi gli alti funzionari del dipartimento di Giustizia - avrebbe così "mentito al pubblico americano" mettendo in atto "un insabbiamento che ha interferito con gli investigatori federali e proteggendo la famiglia Biden, compreso lo stesso presidente". A darne notizia è l'emittente Fox News.
Perché Biden è stato protetto
A chiedere la rimozione di ogni possibile riferimento del capo della Casa Bianca dalle indagini relative al figlio secondogenito sarebbe stato l'assistente procuratore Lesley Wolf che avrebbe ordinato agli investigatori di rimuovere qualsiasi riferimento alla "Figura politica 1" da un mandato di perquisizione: nello specifico, la "Figura politica 1", secondo i documenti diffusi dal comitato a guida Gop, sarebbe proprio il presidente Biden. "Il vicepresidente Biden è attualmente il candidato presidenziale del Partito democratico per gli Stati Uniti ed è stato il 47esimovicepresidente nell'amministrazione Barack Obama dal 20 gennaio 2009 al 20 gennaio, 2017", si legge nel documento. "È il padre del Soggetto 1", la cui identità corrisponde a quella di Hunter Biden. Secondo la commissione della Camera, i documenti rivelano anche che l’indagine federale sul figlio secondogenito dell'inquilino della Casa Bianca è stata "ostacolata e rallentata artificialmente".
Il presidente Jason Smith ha dichiarato che i nuovi documenti mostrano un "collegamento più chiaro tra Joe Biden, la sua carica pubblica e lo schema di influenza messo in atto con il figlio Hunter, che ha portato a pagamenti per oltre 20 milioni di dollari alla famiglia". "Oltre al fatto che l'allora vicepresidente partecipava a pranzi e parlava al telefono con i soci d'affari del figlio, i dettagli resi noti dipingono un quadro più completo di come la carica di vicepresidente di Joe Biden sia stata determinante per gli schemi commerciali della famiglia Biden", ha dichiarato Smith. Un assistente del Congresso ha dichiarato martedì a Fox News che la famiglia presidenziale e i suoi collaboratori hanno incassato più di 24 milioni di dollari grazie agli affari all'estero di Hunter tra il 2014 e il 2019.
L'indagine su Hunter Biden e l'impeachment contro il presidente Usa
Nelle scorse settimane, lo speaker della Camera Usa, Kevin McCarthy, ha annunciato di aver ordinato l'apertura di un'indagine formale nei confronti del presidente degli Stati Uniti per l'apertura di una procedura d'impeachment, in relazione alle presunte complicità con gli affari esteri del figlio Hunter. I repubblicani della Camera ritengono che Joe Biden abbia abusato del potere della sua carica e ora stanno rivolgendo la loro attenzione sui registri bancari del figlio Hunter e del fratello del presidente, James. Alcune ore dopo aver concluso la prima udienza sull'impeachment, il repubblicano James Comer, presidente della Commissione che si occupa della procedura d'impeachment, ha emesso tre mandati di comparizione chiedendo i documenti bancari personali e aziendali di Hunter e James Biden. "Uno di primi passi è capire dove sono finiti i soldi stranieri dei Biden e per quali scopi", ha detto Comer al termine delle udienze. "Oggi citerò in giudizio i registri bancari di Hunter Biden, James Biden e delle loro società affiliate".
I guai giudiziari della famiglia presidenziale
Tra i testimoni della prima udienza c'erano l'avvocato della divisione fiscale del dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti Eileen O'Connor, il professore di diritto della George Washington University Jonathan Turley e l'ex vice procuratore generale e contabile forense Bruce Dubinsky. Nelle scorse settimane, Devon Archer, ex socio in affari di Hunter Biden, giudicato colpevole e condannato a un anno e un giorno di prigione per il suo ruolo in un piano volto a frodare una tribù di nativi americani per circa 60 milioni di dollari in obbligazioni, ha confermato che Joe Biden - all'epoca vicepresidente - partecipò a due cene con le persone in affari col figlio secondogenito nell’elegante ristorante Cafe Milano, a Washington Dc una nel 2014 con l’oligarca russa Yelena Baturina e alcuni uomini d’affari kazaki e un’altra l’anno successivo con un gruppo che comprendeva il dirigente di Burisma Vadym Pozarsky.
Come Hunter Biden, Archer ha prestato servizio nel consiglio di amministrazione di Burisma Holdings, la società energetica con sede in Ucraina. Ha inoltre confermato che il figlio aveva messo in vivavoce l'allora vicepresidente Usa più di 20 volte durante le riunioni di lavoro per promuovere il "marchio" di famiglia.
Nelle scorse settimane il figlio del presidente è stato incriminato con l'accusa di aver mentito circa la sua tossicodipendenza per acquistare un'arma, nel 2018, violando così le leggi federali in materia. Tre i capi di imputazione, due relativi all'aver fornito false dichiarazioni e la terza per possesso illegale d'arma da fuoco.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.