È l’anno delle elezioni, in tutto il mondo. Oltre a quelle previste all’inizio del 2024 - dall'India agli Stati Uniti, passando per l’europarlamento - due appuntamenti si sono aggiunti, “in corso d’opera”. In Europa. In Francia e in Gran Bretagna. Con tutti i rimbalzi economici e finanziari che comportano gli equilibri politici ai nostri confini.
Mentre l’atterraggio della Francia post-voto potrebbe essere un po’ più lungo e complesso, in Gran Bretagna il cambio a Downing Street avverrà in corsa. La vittoria elettorale del Partito Laburista, che ha ottenuto un'ampia maggioranza, comporta la possibilità di governare con notevole libertà. Il risultato era ampiamente previsto e, di conseguenza, le implicazioni per i mercati sono limitate. Poiché il programma fiscale dei laburisti è modesto e si concentra sul raggiungimento della stabilità economica, anche le implicazioni per l'economia dovrebbero essere limitate. Tuttavia è utile proporre alcuni suggerimenti di investimento in relazione a quanto avvenuto.
Investire il "gilt"
Insomma, stabilità, nonostante il ribaltone. Ma è vero solo in parte. E soprattutto una prospettiva di investimento si affaccia con buone opportunità: i titoli di debito inglesi, i “gilt”, possono essere molto appetibili.
È facile prevedere che la Bank of England (BoE) inizierà presto a tagliare i tassi, probabilmente nella prossima riunione di agosto. In futuro, i mercati finanziari prevedono che la BoE taglierà i tassi di interesse in linea con la Federal Reserve. Tuttavia, si può scommettere sul potenziale per tagli più rapidi nel Regno Unito a causa della bassa crescita e delle politiche fiscali restrittive. Per questo motivo, i “gilt” possono essere uno strumento per utili diversificazioni di portafoglio per un investitore retail italiano.
La sfida della produttività
La produttività nel Regno Unito è in calo da decenni, più che in molti altri Paesi sviluppati. Somiglia un po’ all’Italia, da questo punto di vista. Migliorare la produttività è una sfida, anche perché le cause di questo declino secolare non sono del tutto chiare. Un atteggiamento più morbido nei confronti dell'Unione europea potrebbe migliorare marginalmente le prospettive di crescita, ma non è certo quanto la Ue sia disposta a collaborare. Politiche industriali più incisive possono aiutare settori specifici, ma è improbabile che possano rilanciare l'attività economica complessiva.
Il Regno Unito è in ritardo anche nella spesa per investimenti, in parte a causa:
- del basso tasso di risparmio;
- delle rigide restrizioni urbanistiche che limitano le costruzioni;
- del basso tasso di occupazione.
Sensibile il calo recente dell'offerta di lavoro, nonostante l'immigrazione record, poiché molte persone hanno lasciato la forza lavoro a causa di congedi di malattia di lunga durata. A differenza di quasi tutti i mercati sviluppati, il tasso di partecipazione alla forza lavoro è ora inferiore al livello pre-pandemico. Nuove politiche in questi settori potrebbero stimolare la crescita futura e il prossimo anno sarà un buon banco di prova per verificare la serietà del nuovo governo nell'affrontare le sfide a lungo termine.
Sfidare la recessione con la stabilità
Il Pil del Regno Unito è sceso dello 0,3% nel trimestre ottobre-dicembre 2023, con un calo maggiore del previsto. Ciò segue un ribasso dello 0,1% nel periodo luglio-settembre, il che significa che il Regno Unito ha registrato una contrazione per due trimestri consecutivi: la definizione standard di recessione tecnica.
Con un'economia in recessione le pressioni inflazionistiche potrebbero ridursi ulteriormente, aiutando il processo di disinflazione nel Regno unito. Inoltre, un'economia che è entrata ufficialmente in recessione potrebbe ulteriormente spingere la BoE, come detto, a tagliare i tassi per aiutare e sostenere l'economia. La Banca centrale inglese sta pensando al taglio dei tassi, è infatti in una fase in cui cerca di ponderare il momento migliore per ridurre il costo del denaro. Come anticipato questo evento dovrebbe arrivare entro agosto.
La priorità dichiarata dai laburisti è quella di far crescere l'economia e di garantire sicurezza e stabilità, un aspetto che non va trascurato dal punto di vista degli investitori. L'ultimo parlamento è stato caratterizzato da instabilità e incertezza politica. Dalle elezioni del dicembre 2019, si sono succeduti tre primi ministri e cinque cancellieri. Un recente studio di Strong and Stable ha rilevato che il mandato medio di un ministro di governo è sceso a soli otto mesi, la media più bassa del periodo 1974-2023. Sebbene sia stato governato dallo stesso partito conservatore, questo livello di instabilità ha reso molto difficile per le aziende e gli investitori anticipare i cambiamenti politici e collaborare con il governo.
Sterlina e Brexit
D’altronde riformare il sistema di pianificazione e rendere il Regno Unito una destinazione più attraente per gli investimenti diretti esteri dovrebbero essere tra le priorità del governo. La scommessa della stabilità aiuta chi vuole investire. Un segnale di stabilità viene anche dal mercato monetario. La sterlina resta stabile in rapporto all'euro - qui vince la prudenza degli operatori in attesa del voto in Francia nel fine settimana - e si rafforza di oltre l'1% in una settimana nei confronti del dollaro. Perché dopo un esito elettorale così netto la situazione politica britannica e le sue ricadute economiche vengono percepite come più stabili e "prevedibili" di quelle americane.
Troppo presto immaginare se il nuovo corso a Downing Street possa modificare i rapporti con l'Unione europea. È certo che con queste elezioni si è registrato il più forte cambiamento politico dopo la Brexit.
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