Kazakistan, a giugno il lancio dell'Astana International Forum

Quest'anno, a giugno, la capitale kazaka ospiterà la prima edizione dell'Astana International Forum, una piattaforma multilaterale pensata per migliorare la cooperazione tra stati nella lotta alla scarsità alimentare, al cambiamento climatico e all'insicurezza energetica

Kazakistan, a giugno il lancio dell'Astana International Forum

Dopo aver ospitato la settima edizione del Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali, che lo scorso settembre ha condotto papa Francesco in terra kazaka – ventuno anni dopo la storica visita di Giovanni Paolo II –, Astana si appresta a rivestire nuovamente il ruolo di capitale del mondo.

Questo giugno, per due giorni, la capitale kazaka sarà la casa della prima edizione di una piattaforma multilaterale pensata per migliorare la cooperazione tra stati nella lotta alla scarsità alimentare, al cambiamento climatico e all'insicurezza energetica: il Forum internazionale di Astana. Le aspettative, in patria e all'estero, sono elevate: in gioco, invero, c'è il futuro del pianeta.

Un nuovo forum per i tempi che cambiano

Il Forum internazionale di Astana è stato descritto dalla stampa specializzata kazaka come una "piattaforma per delegati [...] di governi, organizzazioni internazionali, mondo affaristico e accademia" dedicata al confronto e alla discussione su quattro macro-aree di interesse globale: politica estera e sicurezza; sostenibilità ed energia; clima; economia e finanza.

La parola d'ordine del Forum in dirittura d'arrivo sarà una: multilateralismo. Obiettivo degli organizzatori è quello di offrire dei canali di dialogo, sponde, formati collaudati e nuove vie a tutti quegli attori interessati ad affrontare i loro problemi secondo la logica del concerto. Cooperazione in luogo di unilateralismo. Benessere collettivo anziché interessi egoistici.

Il presidente kazako, nel presentare il foro all'opinione pubblica, ha dichiarato che Astana "spera di costruire nuovi ponti e di consolidare legami, riunendo [gli stati] per superare le sfide collettive che stiamo affrontando". Nella speranza-aspettativa che quanto discusso nella centrale elettrica dell'Asia centrale possa servire "a tracciare una nuova strada da percorrere, diplomaticamente, economicamente e politicamente".

Spazio alle potenze emergenti

L'aggravamento della competizione tra grandi potenze sta imponendo alle potenze di media e bassa statura un ricalibramento a trecentosessanta gradi delle loro politiche estere. Persino la Svizzera, la personificazione della neutralità, ha dovuto prendere atto del cambio di paradigma e iniziare un dibattito sulla praticabilità della prosecuzione del plurisecolare non allineamento. Nello spazio postsovietico, per ragioni simili all'Europa, gli effetti della guerra in Ucraina sono stati sentiti ampiamente.

Il Kazakistan ha retto all'onda d'urto di quello che il politologo Salvatore Santangelo ha definito il "super-11 settembre", cioè la grande guerra d'Ucraina, ma all'orizzonte si staglia un'epoca di grandi smottamenti, imprevedibilità e volatilità. Questo è il (macro)contesto in cui è stato concepito il Forum internazionale di Astana, che, parola di Tokayev, proverà ad aiutare le potenze emergenti "servendo da piattaforma in cui discutere le loro visioni e posizioni sui problemi di oggi, offrendo delle proprie soluzioni".

Il Forum internazionale di Astana, in sintesi, nasce per amplificare la voce di piccole e medie potenze, l'erba schiacciata dagli elefanti in lotta, così da renderla udibile alle grandi. Il grido dei non allineati nell'era di coercitivi e traumatici posizionamenti. La risposta dei paladini della multivettorialità al ritorno delle sovranità limitate. Astana 2023 sulle orme di Bandung 1955.

Al di là di quello che sarà l'esito del Forum, che dovrà scontrarsi contro l'irrefrenabile moto della Terza guerra mondiale a pezzi, certo è che alla diplomazia kazaka va riconosciuto il merito di ricercare la pace ostinatamente in un tempo di facili, e per questo pericolosi, bellicismi.

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