Putin contro l'egemonia dell'Occidente: "La guerra ha una sola ragione"

Il presidente russo si unisce in videoconferenza al vertice dei Brics in Sudafrica. Un'occasione per confermare le tesi sulla guerra e l'Occidente, ma anche per lanciare un messaggio sul Donbass

Putin contro l'egemonia dell'Occidente: "La guerra ha una sola ragione"
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Al summit dei Brics di Johannesburg è il turno del presidente russo Vladimir Putin. Il capo del Cremlino è intervenuto in videoconferenza per parlare ai leader degli altri Paesi del blocco (Brasile, Cina, India e Sudafrica) ma anche per inviare segnali a tutto il mondo. Sia all'Occidente, sia a quel "sud del mondo" che guarda con sempre maggiore interesse alla piattaforma politica che si riunisce in Sudafrica. E che nelle più rosee ambizioni di alcuni dovrebbe rappresentare il contraltare al G7.

La guerra in Ucraina secondo Putin

Putin è tornato a parlare della guerra in Ucraina, confermando la narrazione che ha intrapreso sin da prima dell'inizio dell'invasione del febbraio 2022. Per il presidente russo, Mosca "ha deciso di sostenere la gente che sta combattendo per la sua cultura, le sue tradizioni, la sua lingua e il suo futuro". In un chiaro riferimento alle popolazione del Donbass e a quelle ipotesi di "genocidio" con le quali il presidente russo aveva iniziato a giustificare l'eventuale conflitto sin dai mesi precedenti al conflitto. "Le nostre azioni in Ucraina hanno una sola ragione: mettere fine alla guerra scatenata dall'Occidente e i suoi satelliti in Ucraina contro il popolo del Donbass", ha continuato Putin come riportato da Ansa. E queste parole confermano che per il capo del Cremlino non ci sono ripensamenti riguardo la giustificazione della guerra e, di conseguenza, non ci sono possibilità di ritrattare quantomeno sul territorio occupato dall'anno scorso.

Il ringraziamento ai Brics per una soluzione

Un segnale su una linea rossa per il futuro della guerra e per un ipotetico negoziato con l'Ucraina? L'ipotesi non è da escludere. Putin, infatti, non ha negato a priori la possibilità di una trattativa con Volodymyr Zelensky. E questo lo si evince soprattutto dalle successive frasi del presidente russo rivolte agli altri colleghi dei Brics. Il leader del Cremlino si è detto grato per i Paesi "che partecipano attivamente agli sforzi per mettere fine a questa situazione e per raggiungere una soluzione giusta con mezzi pacifici". Queste frasi possono apparire certamente paradossali se pronunciate da un leader che ha dato inizio alla guerra e che continua a colpire il territorio ucraino. Ma potrebbero anche esprimere - nei modi tipici del sistema di pensiero putiniano - un'apertura al negoziato.

L'attacco all'Occidente per parlare all'Africa

Lo scenario del summit Brics di Johannesburg serve poi a Putin per parlare anche al resto del mondo, e in particolare a quei Paesi africani che sembrano sempre più attrattati dalle sirene russe e del blocco alternativo all'Occidente. "Siamo contro ogni egemonia e la propaganda di alcuni Paesi su una loro esclusività e la loro nuova politica basata su questo postulato, una politica di continuazione del colonialismo e del neocolonialismo" ha rilanciato il presidente russo.

E questo messaggio sembra rivolto soprattutto a quei Paesi teatro di colpi di Stato (ultimo il Niger) in cui le manifestazioni di protesta inneggiano a Mosca, a Putin ma anche alla stessa Wagner: la compagnia di un Evgenij Prigozhin apparso di nuovo in Africa nel suo ultimo video di propaganda. Nonostante ostacoli, impoverimento economico, guerra in Ucraina e sanzioni da parte dell'Occidente, la partita africana, per la Russia, è tutt'altro che finita.

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