"Indagato per Capitol Hill". La rivelazione di Trump: cosa rischia adesso il tycoon

L'ex presidente Donald Trump è stato informato dal procuratore speciale Jack Smith di essere oggetto di un'inchiesta da parte del grand jury per l'assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021

"Indagato per Capitol Hill". La rivelazione di Trump: cosa rischia adesso il tycoon
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Nuova tegola giudiziaria per l'ex presidente Usa Donald Trump. Il tycoon ha infatti rivelato con un post su Truth di aver ricevuto una lettera dal procuratore speciale, Jack Smith, in cui viene informato di essere oggetto di un'inchiesta da parte del grand jury. Segno che, molto probabilmente, il magnate sarà incriminato. "Lo squilibrato Jack Smith, il procuratore del Dipartimento di Giustizia di Joe Biden, ha inviato una lettera (di nuovo, era domenica sera!) in cui afferma che sono un bersaglio dell'indagine del gran jury del 6 gennaio, dandomi un termine molto breve di 4 giorni per presentarmi, il che significa quasi sempre un arresto e un'incriminazione", ha scritto Trump sulla sua piattaforma, Truth Social. Donald Trump si è scagliato poi contro Joe Biden e contro il ministro della Giustizia, Merrick Garland, accusandoli di "strumentalizzazione e interferenza politica". "Vogliono eliminare l'avversario numero uno", ha accusato l'ex presidente. Parole durissime che infiammano il dibattito politico Usa.

L'ex presidente verso l'incriminazione

Il New York Times rivela che due persone vicine a Trump hanno confermato che il tycoon ha ricevuto la lettera. Si prevede che l'ex presidente declinerà l'invito a comparire davanti al grand jury. È la seconda volta che Jack Smith ha notificato a Trump di essere un bersaglio in un'indagine federale. Lo scorso 13 giugno, infatti, il magnate è comparso davanti al tribunale federale di Miami per rispondere di 37 capi d'accusa derivanti dall'indagine del consigliere speciale Jack Smith sulla presunta conservazione impropria di documenti riservati. Le accuse a suo carico includono la conservazione intenzionale di informazioni inerenti la difesa nazionale, la cospirazione per ostacolare la giustizia e false dichiarazioni, secondo una copia dell'atto d'accusa diffusa dalla stampa Usa. Il quell'occasione l'ex presidente e candidato alle primarie repubblicane per le presidenziali del 2024, si è dichiarato non colpevole delle accuse mosse contro di lui. L'indagine del procuratore speciale ha preso in esame la gestione dei documenti che Trump ha portato con sé nel suo resort di Mar-a-Lago dopo aver lasciato la Casa Bianca, oltre alle azioni intraprese dall'ex presidente dopo aver ricevuto il mandato di comparizione nel maggio 2022 per restituire tutto il materiale riservato in suo possesso.

Trump sulle elezioni del 2020

Sull'assalto al Campidoglio da parte dei suoi sostenitori - e in generale sulle elezioni 2020 - Trump non cambia idea e sottolinea di "avere il diritto di protestare contro un'elezione che sono pienamente convinto sia stata truccata e rubata, proprio come i Democratici hanno fatto contro di me nel 2016 e molti altri hanno fatto nel corso dei secoli". I democratici, insiste, "sono andati molto più in là di quanto non fosse mai accaduto prima: hanno sabotato le elezioni", ha ribadito Trump.

"Piuttosto che guardare gli imbroglioni, il Doj e l'Fbi prendono di mira e molestano coloro che si lamentano degli imbroglioni e della massiccia frode che ha avuto luogo". Parole tutt'altro che coincilianti.

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