Nella sua ultima relazione, Frontex non si è limitata a certificare una situazione di emergenza sul fronte migratorio. Al contrario, ha lanciato anche un allarme per i mesi che verranno. L'agenzia con sede a Varsavia infatti non ha dubbi: nella seconda parte del 2023 e nel 2024, a causa soprattutto della situazione in medio oriente e nei Paesi di partenza dei migranti, in Europa (e in Italia soprattutto) occorrerà aspettarsi altre ondate migratorie. Un monito che sembra voler sollecitare i governi e la commissione europea a fare in fretta per evitare lo spettro di nuove e più gravi emergenze.
Il rapporto di Frontex
In Italia è stata già sforata quota 100mila nel numero degli arrivi irregolari. Una soglia psicologica non secondaria nell'analisi dell'andamento dei flussi migratori. Negli ultimi otto anni infatti, solo tre volte si è andati con cifre a tre zeri: nel 2016, nel 2017 e nel 2022. Al mese di agosto di quest'anno, secondo il Viminale i migranti arrivati lungo le nostre coste sono stati già 114.526. Per rendere l'idea dell'aumento rispetto al 2022, nello stesso periodo dello scorso anno la cifra si è fermata a 58.251.
Nel rapporto di Frontex non si hanno dubbi sul fatto che la tendenza non è destinata ad arrestarsi. E che quindi alla fine dell'anno in Italia e in Europa si dovranno fare i conti con numeri record. Ma la vera notizia è data dal fatto che, secondo l'agenzia europea, il trend osservato nel 2023 sarà evidente anche nel 2024.
"Gli sviluppi sul campo - si legge nel rapporto di Frontex - in una serie di Paesi di origine e di transito, guidati da fattori macroeconomici globali (soprattutto inflazione persistente e recessione globale), avranno un impatto negativo sulle condizioni socioeconomiche di ampie popolazioni e faranno presagire un aumento dei flussi migratori verso l'Europa".
In poche parole, il deterioramento delle condizioni di sicurezza e il logoramento delle economie di molti Paesi del medio oriente generato anche dalla spirale inflazionistica molto alta, non lasciano presagire nulla di buono. "Per il 2023-2024 - si legge ancora nel documento - è probabile che le rotte del Mediterraneo orientale e del Mediterraneo centrale vedranno una maggiore attività migratoria e una proporzione più elevata dei flussi migratori complessivi verso le frontiere esterne dell'Ue". Ed è questo il passaggio che più inquieta i governi dei Paesi affacciati sul Mediterraneo: le emergenze che si stanno affrontando negli ultimi mesi continueranno ad aumentare anche in vista del nuovo anno.
Nel mirino le rotte del Mediterraneo centrale e orientale
Per la verità lo scenario dipinto da Frontex era già noto allo stesso governo italiano. Palazzo Chigi è ben consapevole di cosa potrà accadere sul fronte migratorio nel 2023 e nel 2024. Al Viminale è stato messo in conto il fatto che, senza l'intervento del maltempo, centinaia di barconi prenderanno il largo dalla Tunisia e dalla Libia. Giorgia Meloni non a caso ha sempre parlato di politiche "a lungo termine". L'esecutivo negli ultimi mesi ha lavorato per accordi con Tunisi e Tripoli capaci di incidere nei prossimi mesi, sapendo che la tendenza attuale è impossibile da ribaltare nel giro di poche settimane.
Ad ogni modo, il rapporto di Frontex è importante proprio perché nel documento i timori per il prossimo futuro sono stati messi nero su bianco. Soprattutto per quel che concerne le due rotte che riguardano l'Italia, ossia quella del Mediterraneo centrale e quella del Mediterraneo orientale. "Parte di questo fenomeno - hanno scritto gli analisti di Frontex - sarà probabilmente l'uso crescente dei corridoi dalla Turchia, dal Libano e dalla Siria verso il Mediterraneo centrale, che segnerà un'ulteriore sfumatura tra le rotte del Mediterraneo orientale e centrale: questo fenomeno sarà esacerbato dall'aumento dei collegamenti aerei tra le due aree geografiche, che hanno già portato alla registrazione di migranti, come i siriani, tradizionalmente presenti solo nel Mediterraneo orientale, sulle rotte provenienti dalla Libia".
Vale a dire che anche chi viene dal medio oriente sfrutterà i corridoi diretti in Libia e, da qui, quelli diretti verso l'Italia. A questi corridoi, occorrerà poi aggiungere quelli "standard" riguardanti il Sahel.
"Ai flussi verso nord dalla Libia e dalla Tunisia - conclude infatti il rapporto - si aggiungerà un numero crescente di migranti nordafricani e da vari Paesi subsahariani, i cui Paesi devono affrontare previsioni economiche, di sicurezza, di diritti umani e climatiche preoccupanti per il 2023/2024".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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