Generale Carlo Jean, c’è anche la brigata Wagner dietro al traffico di migranti?
«La brigata Wagner è inserita in tutte le attività più strane in Africa, da quella di facilitare l’estrazione mineraria alle tangenti nella vendita di armi russe, nel commercio illegale di legnami pregiati, e poi nelle attività illegali più redditizie, dal traffico di droga a quello di essere umani. É sicuramente coinvolta nella tratta di migranti, verosimilmente attraverso funzionari locali. I servizi italiani lo avevano già segnalato due anni fa».
Agiscono su ordine di Mosca?
«La Wagner ha uno status particolare, è una compagnia privata ma è agli ordini del governo russo. É stata impiegata massicciamente in Siria, Cecenia, Azerbaijan, è presente in venti paesi africani, soprattutto nel Sahel, ha addirittura ha un contratto col governo del Mali dove è molto forte. Di fatto è una sorta di esercito privato di Putin».
L’obiettivo è destabilizzare l’Europa?
«L’obiettivo principale è aumentare l’influenza geopolitica russa in Africa, che è basata sì sull’esportazione di grano e armi ma anche sulla presenza di questi militari privati che garantiscono la sicurezza dei governi locali e l’addestramento. Come effetto collaterale c’è quello di premere sull’Europa. Ma le migrazioni hanno altre cause, prima tra tutte l’enorme crescita demografica dell’Africa che si combina con la speranza di vita più alta grazie ai medicinali. Questo si traduce in una enorme pressione migratoria verso l’Europa».
Come si può fermare?
«L’immigrazione è rimasta sotto controllo fino a quando veniva gestita dalle dittature dell’Africa settentrionale con cui paesi europei potevano fare accordi. Respingevano i migranti nel deserto e morivano lì, non nei nostri mari, per cui non avvertivamo il problema. Ora i migranti non vengono più respinti ma sono anzi una sorgente di soldi per i gruppi etnici e tribali che ne traggono profitto, i governi locali sono troppo deboli per opporsi».
Cosa può fare l’Europa?
«Qualcosa che è contro i valori di cui siamo molto orgogliosi. Servirebbe cioè la forza, un intervento massiccio, mettere in campo in Africa un esercito di tipo coloniale per stabilizzare regimi e regioni. ».
E chi lo può fare? La Nato?
«Gli Stati Uniti hanno già i loro problemi con il Messico. Non metterebbero un dollaro per arginare l’immigrazione in Europa».
Tocca alla Ue allora.
«Il grosso problema è che l’Europa non è uno stato, non ha capacità ne militari né politiche di fare qualcosa che può essere realizzato solo con metodi piuttosto duri, con occupazione e rafforzamento dei governi del nord Africa e del Sahel. Dovremmo operare come la Wagner».
Una sorta di neocolonismo difensivo.
«Cosa che non è
accettabile per i nostri principi e valori, quindi bisogna rassegnarsi al fatto che l’Europa diventi un continente meticcio e organizzare questo meticciato in modo da non perdere le nostre abitudini e la nostra cultura».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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