La definisce una «pagina buia per la Chiesa» e dice di assumersene «la responsabilità morale» per gli errori commessi, chiedendo nuovamente scusa alle vittime e ai fedeli. Il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga, commenta in una conferenza stampa il rapporto sugli abusi sessuali commessi nella chiesa tedesca dal 1945 al 2019. Un rapporto che ha portato alla luce quasi 500 casi di pedofilia, mettendo all'indice anche Joseph Ratzinger, accusato di aver coperto 4 casi mentre era arcivescovo.
«Chiedo ancora una volta scusa a nome dell'arcidiocesi - esordisce - La più grande colpa è l'aver trascurato le persone colpite. Questo è imperdonabile». Il porporato, che qualche mese fa proprio per il terremoto nella chiesa tedesca aveva offerto le dimissioni nelle mani del Papa (poi rifiutate), si dice pronto ad assumermi la responsabilità. Marx viene accusato di «comportamenti erronei» in due casi. Tuttavia, si dice «ancora pronto a svolgere il mio servizio se questo è utile ai prossimi passi per una elaborazione affidabile, una più forte dedizione alle vittime e per una riforma della Chiesa».
Il rapporto di Monaco, prosegue il porporato - tra i più stretti collaborato di Francesco e nel Consiglio che aiuta il Papa nelle sue decisioni - rappresenta «una profonda cesura per l'arcidiocesi di Monaco. La chiesa era diventata un luogo di sciagura, un luogo di paura e non di consolazione». Chi nega che vi sia bisogno di una riforma strutturale «non ha capito la portata della sfida», ha aggiunto. Infine Marx auspica un nuovo intervento di Ratzinger per chiarire la vicenda nella parte che lo riguarda: «Penso che lui si esprimerà di nuovo su tutta la questione».
Sulla piaga della pedofilia, è intervenuto anche il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, confermando «l'impegno a implementare e rafforzare l'azione di tutela.
La ricerca della giustizia nella verità non accetta giudizi sommari, ma si favorisce sostenendo quel cambiamento autentico promosso dalla rete dei Servizi diocesani per la Tutela dei Minori e dai Centri di ascolto, che vanno sempre più crescendo».
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