
La Germania «è tornata, capace e pronta» a difendere pace e libertà in Europa. È l'annuncio dato ieri da Friedrich Merz, presidente della Cdu e probabile prossimo cancelliere, nel presentare l'accordo tra popolari, socialdemocratici e verdi sull'indebitamento da 900 miliardi di euro con cui finanziare le spese per difesa, infrastrutture, protezione del clima. Un'intesa faticosa, che se fosse mancata rischiava di far saltare la formazione del governo tra Cdu, Csu e Spd.
Il coinvolgimento dei Verdi era inevitabile perché essenziali per raggiungere al Bundestag la maggioranza dei due terzi necessaria alle modifiche costituzionali come la sospensione del freno all'indebitamento, vincolo di bilancio nella Legge fondamentale. Un traguardo impossibile nella prossima legislatura che verrà inaugurata il 25 marzo, dove l'ultradestra di Afd e i post-comunisti di Die Linke avranno la minoranza di blocco. Era necessario fare presto e una sintesi è stata trovata con evidente soddisfazione di tutte le parti, tra cui non sono mancate tensioni.
L'accordo, al Bundestag il 18 marzo per l'approvazione, prevede l'esenzione dal freno all'indebitamento per le spese superiori all'1% del Pil destinate a forze armate, servizi segreti, sicurezza informatica, protezione civile e «Stati aggrediti in violazione del diritto internazionale», come l'Ucraina invasa dalla Russia che a breve riceverà dalla Germania altri 3 miliardi di euro in aiuti militari. Per le infrastrutture viene creato un fondo speciale da 500 miliardi di euro in 12 anni che, sottratto al freno all'indebitamento, finanzierà investimenti «aggiuntivi» oltre a quelli già decisi quando superano il 10% del bilancio ordinario.
Sul totale, 100 miliardi andranno al Fondo per il clima e la trasformazione, mentre i Länder potranno indebitarsi per lo 0,35% del Pil. La Germania scopre dunque che «debito è bello»: un parricidio psicoanalitico per Merz pupillo di Wolfgang Schäuble, il ministro delle Finanze guardiano del rigore. A rassicurare gli elettori, il presidente della Cdu ha sottolineato che proseguirà con il consolidamento del bilancio nel rispetto del Patto di stabilità e crescita dell'Ue.
Da Berlino arriva dunque un segnale storico che potrebbe avere ricadute positive sulle regole di bilancio europee. Tuttavia, nulla è scontato. Il Bundesrat potrebbe, infatti, non approvare l'accordo tra Cdu, Csu, Spd e Verdi.
Il colossale indebitamento ottenuto a fatica da Merz potrebbe, infine, essere bocciato dalla Corte costituzionale federale, ultima pretoriana del rigore per cui i conti in ordine paiono valere più della ragion di Stato.
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