Addio pure al rito del presepe

Il Covid ha annullato e annullerà le manifestazioni più amate, o disamate, della tradizione

Addio pure al rito del presepe

Il Covid ha annullato e annullerà le manifestazioni più amate, o disamate, della tradizione. Dopo il gioioso carnevale abbiamo perduto, come in un contrappasso, le dolenti processioni pasquali, poi quelle ferragostane dell'Assunzione, a metà fra il sacro e il festaiolo. La prossima vittima saranno i presepi viventi che si organizzano qua e là per l'Italia e il mondo, cui seguirà per un altro contrappasso la caporetto dei trenini d'ultimo d'anno, con sopraffondo di musica carioca.

Potrà essere triste, va da sé, perdere tutte queste abitudini, belle o brutte che le si consideri. E pazienza se i trenini a-e-i-o-u-ypsilon! - saranno a tre vagoni, al solito senza Brigitte Bardot, al solito soltanto evocata. Però c'è da augurarsi che non si facciano, come vedo annunciato dalle varie pro loco, presepi viventi in streaming.

Personalmente, da mesi rifiuto di fare conferenze, dibattiti e convegnistica in video, obbrobrio della partecipazione pubblica a tutti i costi. Si sceglie con cura lo sfondo d'obbligo una libreria poi l'assenza di un regista, di un tecnico luci, di un tecnico audio portano alla disfatta della presenza, dello stile e persino dei contenuti.

Sono sicuro che tutti - senza dircelo per pudore di sembrare arretrati - siamo stufi fino allo stracotto di gente che pontifica a inquadratura fissa nella semioscurità o a luce abbagliante, fra echi e rimbombi. Che ci venga risparmiato lo strazio analogo per una rappresentazione mistica che non sarebbe mai la spiritualità 2.0, ma piuttosto la spiritualità 0 con un 2 in tecnica cinematografica, con un Bambino Gesù wifi e «passami il panettone». Che il presepe «sia nei vostri cuori», ha detto il parroco di un mio amico, saggiamente, annunciando che quest'anno non lo farà, per evitare che ci si assembri intorno ai pastori e alle pecorelle.

Se una cosa può averci insegnato questo morbo, è a sopravvivere senza la presenza fisica agli eventi di massa, dalle partite di calcio

alle resse per i venerdì neri. Ora si tratta di fare un altro passo: se non si può rinunciare (eresia!) al calcio in televisione e alla spesa su Amazon, si eviti almeno di deporre Gesù Bambino nella culla del telefonino.

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