Che stupenda giornata! La vittoria di Marcell Jacobs mi ha fatto tornare indietro di 61 anni, quando vinsi l'oro nei 200 metri piani alle Olimpiadi romane. Sono passati tanti anni, è cambiato il mondo, lo sport, le prestazioni, i metodi di allenamento,
ma il fascino delle gare olimpiche non è assolutamente cambiato.
Sono molte le similitudini che mi legano a Marcell. Innanzitutto, lo stretto legame con le Fiamme Oro.
Anch'io nel 1960 gareggiavo per questa società, che dava agli atleti un'ampia disponibilità per gli impegni sportivi. Anch'io quando corsi la semifinale, esattamente due ore prima della finale come è successo oggi a questo splendido atleta, vedendo che ero primo
feci gli ultimi metri senza più spingere. Jacobs si è comportato alla stessa maniera, facendo anche lui un record che
lo avrebbe messo tra i favoriti d'obbligo per la finale. Nonostante questo cambiamento di prospettiva che magari dall'esterno non si percepisce, ma che ha messo molte pesanti responsabilità sulle sue spalle, Jacobs non si è scomposto e ha invece usato quell'intervallo per una ricarica agonistica positiva. Alla partenza era talmente tranquillo e sicuro che ha avuto una reazione allo sparo dello starter più lenta del solito per non incappare in una falsa partenza che avrebbe rovinato sul nascere la favola. La sua corsa è stata avvincente con una progressione che mi ha veramente emozionato.
E molto bello è soprattutto stato il suo comportamento dopo la gara, una compostezza, una sobrietà scalfite, diciamo messe simpaticamente a dura prova, solo dalla meravigliosa esuberanza dell'abbraccio di Gianmarco Tamberi. Sono felice perché abbiamo assistito a una vera festa dello sport che dovrebbe far riflettere tutti in questo Paese sul potere ludico ed educativo dello sport quando è praticato con passione e amore.
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