All'Ara Pacis a passi di danza la luce del bianco

Lavinia Biagiotti: "Mettiamo lo straordinario nel quotidiano per farlo durare nel tempo"

All'Ara Pacis a passi di danza la luce del bianco

«Credo nell'integrazione tra arte e quotidiano e nella forza della moda, e della bellezza in generale, di sviluppare nuovi modelli di vita». Lavinia Biagiotti spiega così le sue scelte sia stilistiche della nuova collezione Laura Biagiotti sia per quel che riguarda lo straordinario luogo, il Museo dell'Ara Pacis, dove è stato girato il corto di sei minuti. «L'Ara Pacis è un luogo fortemente evocativo e significativo: simbolo dell'inizio di una nuova era di prosperità, intreccia una trama tra passato e futuro. Lì è nata l'età d'oro di Augusto». Prosegue quindi il Grand tour di Biagiotti tra le meraviglie romane dopo la Roman Renaissance del brand andata in scena lo scorso settembre sulla Piazza del Campidoglio.

«L'Ara Pacis è un luogo per noi caro - prosegue Lavinia - Abbiamo esposto qui il Genio Futurista di Giacomo Balla, della nostra collezione nel 2009. Il nostro è dunque un tornare all'Ara Pacis. Il tema della natura, tanto caro al nostro marchio, è elegantemente rappresentato nei decori dell'Ara Pacis. I colori della collezione sono proprio ispirati al grande fregio vegetale: il bianco marmoreo ed anche quello del fiore di loto, le sfumature rosate dei fiori dell'acanto, il viola degli iris, le diverse tonalità del blu». La scena si apre con l'étoile Eleonora Abbagnato che danza insieme a 6 ballerine del Teatro dell'Opera di Roma: sono loro le vestali che propiziano l'inizio di una nuova era. Appaiono immediatamente le donne della città con abiti di maglia in cashmere riciclato, cappotti double, gonne godet, blazer senza il rever. L'iconica borsa monogram con il manico che riproduce il logo LB racconta nuovi stili di vita e viene declinata in forme mini da portare a tracolla e maxi. «Lo scopo della moda Biagiotti in fondo è mettere lo straordinario nel quotidiano e farlo durare nel tempo. Abbiamo tessuto e filato fregi e girali d'acanto su lunghi abiti in maglia a costine calate e minute, su cappotti ampi che abbracciano il corpo. Abiti e cardigan in cashmere o in mohair, lunghi e sinuosi, sono solcati da rombi e trecce, interpretando la vocazione del brand alla maglieria. Sapienti ricami fatti a mano di perle scaramazze e punti luce suggeriscono un'estetica del rinnovamento che passa anche attraverso l'abbigliamento.

Le moderne sacerdotesse indossano lunghi mantelli di alpaca bianco-latte o nei toni cappuccino: i neutri tanto cari alla Maison. Ancora come vestali custodi del fuoco e quindi del calore corporeo, si avvolgono nel velluto panné in colori pastello, nei cappotti doppiati di cashmere lunghi alla caviglia».

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