Milano. Una rogatoria in Russia, ma anche nel frattempo un'inchiesta che sarebbe destinata alla richiesta di archiviazione da parte della Procura di Milano. L'indagine sui presunti fondi russi della Lega, nata dal caso dell'hotel Metropol e aperta nell'agosto del 2019, è passata per tre proroghe. Tra gli indagati per corruzione internazionale, l'ex presidente dell'associazione LombardiaRussia Gianluca Savoini.
I pm milanesi hanno inviato a luglio una nuova richiesta di informazioni attraverso una rogatoria a Mosca. Lo scopo è accertare se siano coinvolti nella vicenda altri pubblici ufficiali russi, oltre ai tre presunti intermediari già identificati. L'ultima proroga dell'indagine richiesta scade a fine anno. I pm titolari sono Giovanni Polizzi e Cecilia Vassena, dopo che i primi assegnatari Sergio Spadaro e Gaetano Ruta sono passati alla Procura europea. Insieme a Savoini sono indagati l'avvocato Gianluca Meranda e l'ex banchiere Francesco Vannucci. Al centro della vicenda, che ha visto già altre rogatorie all'estero, c'è una presunta trattativa tra gli indagati e tre presunti intermediari russi su una compravendita di petrolio che, stando a una registrazione finita agli atti, doveva servire a fare entrare 65 milioni di dollari nelle casse della Lega. La trattativa non sarebbe andata a buon fine e non sono state trovate tracce di passaggi di denaro. Il file audio in possesso dei pm fu registrato al Metropol di Mosca il 18 ottobre del 2018. Dopo le perquisizioni e i sequestri nei cellulari di Savoini, Meranda e Vannucci era anche stata trovata la foto di un foglio con i termini del presunto accordo. Nell'appunto le percentuali da dividere tra la Lega (4%) e gli intermediari russi (6%) su una partita di petrolio che valeva un miliardo e mezzo di dollari.
La Procura nel dettaglio chiede ora, a quanto è emerso, alle autorità russe di poter svolgere alcune attività di indagine nel Paese e di poter ascoltare là a verbale alcune persone, tra cui i presunti intermediari già identificati, i quali sarebbero vicini al governo Putin. La richiesta di rogatoria serve dunque agli inquirenti nell'inchiesta condotta dalla Guardia di finanza a raccogliere nuove testimonianze. E a capire se anche pubblici ufficiali abbiano preso parte alla presunta trattativa. Il reato di corruzione internazionale infatti, anche nella forma tentata come in questo caso, si configura se viene coinvolto un pubblico ufficiale.
Le mosse dei pm non si fermano, anche se già alcuni mesi fa, secondo indiscrezioni, era trapelato che sulla base degli elementi fin qui acquisiti sarebbe difficile sostenere l'accusa in vista di un processo. Allo scadere dell'ultima proroga delle indagini quindi la Procura potrebbe decidere di chiedere l'archiviazione del caso.
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