Amministrative in alto mare. Scintille nel centrodestra

Candidature ferme, la Lega accusa gli alleati sul forfait di Albertini. A Roma traballa l'asse Pd-M5s

Amministrative in alto mare. Scintille nel centrodestra

Tutto fermo. Come fosse la più famosa delle varianti del Tressette, il «Ciapa no», sia il centrodestra che il centrosinistra continuano a rimandare la definizione delle candidature per le Amministrative e a logorarsi nel braccio di ferro interno ai partiti o alle coalizioni. I tempi certo sono ancora lunghi, ma le trattative appaiono in alto mare. Gli unici candidati certi, al momento, sono Beppe Sala, per il centrosinistra, Virginia Raggi, per M5s, che tentano il bis a Milano e a Roma, e Paolo Damilano, che dovrebbe correre per il centrodestra, a Torino.

Nel centrodestra la scintilla che accende il ruolo polemico è la lettera a Libero di Gabriele Albertini con la quale annuncia che non si candiderà. «Ho ringraziato Gabriele, conto che possa essere a disposizione della squadra» commenta Matteo Salvini. «Dispiace per gli altri che hanno espresso dubbi e gli hanno fatto perdere la pazienza, come rischia di capitare a Bertolaso a Roma. La speranza ora è trovare un candidato all'altezza. Albertini darà una mano».

La replica per Fratelli d'Italia arriva da Ignazio La Russa, partito che vuole legare la trattativa alla discussione sulla presidenza del Copasir, mentre Forza Italia vuole che si discuta al più presto della Calabria. «Bisogna sedersi attorno a un tavolo e decidere i candidati per le grandi città. Il resto sono chiacchiere». Quanto ai rumors che vedono in pole per Milano il presidente di Noi con l'Italia, Maurizio Lupi, La Russa sottolinea che «non abbiamo detto nessun no e nessun sì», quello che serve è «convocare una riunione che aspettiamo da un mese e mezzo». Una posizione sposata anche da Licia Ronzulli. «Spero che Albertini ci possa ripensare dopo tutto l'affetto che gli è stato dimostrato. A questo punto però auspico si possa fare un incontro del centrodestra nel giro di una settimana-dieci giorni, perché così troveremo la sintesi e i candidati migliori per le città che vanno al voto come abbiamo sempre fatto». Maurizio Gasparri a sua volta invita al massimo impegno perché «come candidati dobbiamo stare su un livello di serie A. Condivido l'invito a vedersi e a parlare: damose da fa'».

Sul fronte del centrosinistra l'intenzione è quella di procedere con le primarie di coalizione a Torino, Bologna e Roma. A Milano è assodata la candidatura di Sala con una coalizione che vede il Pd insieme a Italia Viva, Azione, ai Verdi e ad altre liste civiche, ma non M5s. Il segretario Enrico Letta vede, però, nel secondo turno la «chiave» per chiudere le alleanze di centrosinistra anche in quei Comuni in cui la coalizione non decolla e rafforzare quindi il rapporto con i Cinquestelle. Un progetto ostacolato dalla difficoltà di individuare un candidato condiviso a Roma e Napoli.

Ai gazebo del 20 giugno, indicati da Enrico Letta come la via maestra per la scelta del candidato, ormai manca un mese e mezzo. Ma non è ancora chiaro cosa deciderà Nicola Zingaretti. L'ex segretario Dem avrebbe voluto presentarsi come candidato unitario Pd-M5s a fronte di una analoga candidatura di Roberto Fico a Napoli, ma la decisione di Virginia Raggi di non fare un passo indietro e ripresentarsi, ha fatto saltare la trattativa e frenato il progetto.

Ora il governatore del Lazio dovrà valutare se partecipare alle pre-selezioni Dem sfidando Roberto Gualtieri, l'altro probabile candidato forte. Ma lo farà soltanto se arriveranno garanzie che, un minuto dopo la sua candidatura, i Cinquestelle in Regione non ritireranno l'appoggio alla sua giunta.

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