Brutte notizie per le imprese. Un mese fa il governo aveva fatto richiesta all'Ue di potere prolungare di tre anni lo split payment, il meccanismo che permette alla Pubblica amministrazione di pagare ai fornitori privati l'importo senza l'Iva, versato direttamente all'erario. È necessario il permesso di Bruxelles perché si tratta di una deroga temporanea alle direttive europee in tema di imposte indirette. Ieri il ministero dell'Economia ha comunicato il via libera definitivo. La Commissione europea ha «adottato» la proposta del Consiglio europeo che estende fino al 30 giugno 2023 l'autorizzazione concessa all'Italia per l'applicazione dello split payment come misura speciale. Era l'ultimo passaggio necessario per prolungare di tre anni un regime che porta indubbi benefici alla cassa dello Stato, ma toglie liquidità alle imprese. L'Iva che transita nelle casseforti delle aziende che lavorano con lo Stato vale infatti circa 2,5 miliardi all'anno. Nei prossimi tre anni di vigenza del regime speciale, le aziende avranno perso cassa per 7,5 miliardi. Liquidità sempre preziosa, indispensabile oggi, dopo il lockdown e la contrazione degli ordini post Covid.
«La pazienza delle imprese è finita», ha protestato il presidente di Ance, Gabriele Buia. «Si sta perpetrando un furto di liquidità alle imprese in un momento drammatico come questo per giunta sulla base di dati sbagliati sui tempi dei rimborsi», spiega Buia che annuncia: «Stiamo ultimando un nostro contro-rapporto che si basa sui dati reali forniti dalle imprese, che presenteremo mercoledì al ministro Gualtieri chiedendogli di fermare questa incredibile ingiustizia». Aggravata dal fatto che sarebbe venuta meno la motivazione con la quale fu introdotto, cioè la lotta all'evasione dell'Iva. La fatturazione elettronica l'ha reso obsoleto lo split payment. Materia delicata, che ha di fatto aperto un altro fronte dentro il governo. Nel programma del Movimento 5 stelle c'è l'abolizione dello split payment. Ora, un governo la cui maggioranza è guidata dai pentastellati, lo prolunga. In passato il viceministro dell'Economia, Laura Castelli, aveva parlato di possibili modifiche, come l'esclusione di alcuni settori dal pagamento anticipato dell'Iva.
Ieri si è fatto sentire il ministero dello Sviluppo economico guidato da Stefano Patuanelli, esponente M5s, con una nota informale nella quale si definisce lo split payment un «orpello vessatorio per le imprese» da «mettere in discussione quanto prima, specialmente per alcuni settori come l'edilizia». Difficile che il «quanto prima» si traduca in una rinuncia del ministero dell'Economia guidato da Roberto Gualtieri alle entrate immediate dello split payment.
Un problema per Patuanelli, alle prese con imprese in crisi e per le quali le misure messe in campo dal governo con i decreti post coronavirus non possono bastare. Tanto che il rapporto annuale Istat ha stimato che per colpa della mancanza di liquidità, il 12% delle imprese potrebbe «ridurre l'Input di lavoro».
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