Anpi e Pd contestano la rievocazione dei Fasci nel cimitero di Nettuno

Conte si esibisce in un'altra gaffe storica: alle Fosse Ardeatine uccisi uomini e donne

Anpi e  Pd contestano la rievocazione dei Fasci nel cimitero di Nettuno

La pacificazione nazionale non va in scena a Nettuno, almeno in questi giorni, dove un'organizzazione denominata «Fronte della Tradizione» ha voluto commemorare l'anniversario della fondazione di Fasci di combattimento. La data di riferimento, per chi ha partecipato all'iniziativa nettunese, è il 23 marzo del 1919, quando gli albori di quello che sarebbe divenuto il fascismo si diedero appuntamento a Milano, piazza San Sepolcro. Una vera e propria manifestazione - quella messa in scena sul litorale laziale, nello specifico al cimitero militare - contro cui si sono scagliati tanto l'Anpi quanto alcuni parlamentari appartenenti al Partito democratico. L'Anpi Roma, in relazione all'evento appena citato, ha rilanciato «a gran voce la proposta di scioglimento delle organizzazioni e dei movimenti che si richiamano al fascismo e la ferma condanna agli episodi di violenza, razzismo e antisemitismo che sono avvenuti negli ultimi tempi». Tra coloro che sono intervenuti nel corso del dibattito, pure il parlamentare dem Andrea Casu. «A Nettuno - ha scritto via social il deputato del Pd al fianco dell'Anpi e di tutte le forze democratiche e antifasciste per chiedere anche in piazza al Governo di fermare la manifestazione per commemorare la nascita dei Fasci di Combattimento. In Parlamento e sul territorio continueremo sempre a batterci insieme contro chi calpesta la storia della Resistenza e i valori della Costituzione», ha scritto. L'attenzione sull'evento è stata demandata anche alla Regione Lazio, che dovrà rispondere a un'interrogazione.

Giorni, questi d'inizio primavera, interessati da polemiche di carattere storico. Chi si sta distinguendo per impreparazione è di sicuro il leader grillino Giuseppe Conte (nella foto), che dopo il «delitto Andreotti» citato in Aula ne ha combinata un'altra. L'ex presidente del Consiglio gialloverde e giallorosso ha parlato di «donne e uomini» che sarebbero stati uccise nell'eccidio delle Fosse Ardeatine. Ma in quel tragico episodio della nostra storia patria furono ammazzati soltanto uomini, e con tutta evidenza il leader populista questo non lo sa. «Una vile rappresaglia - ha fatto presente l'ex premier via social - costata la vita a 335 donne e uomini tra detenuti comuni, civili, partigiani, cittadini ebrei: una pagina dolorosa e mai cicatrizzata della nostra Storia».

Considerando la confusione tra l'omicidio di Matteotti e quello, mai avvenuto, di Andreotti, una vera e propria escalation di gaffe, che sembrano destinate a continuare (visto l'andazzo della dialettica politicadi questi tempi).

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