Roma - Nel giorno delle cerimonie per l'inaugurazione dell'Anno Giudiziario emerge il ritratto di un'Italia che prova a riscoprirsi unita (almeno) di fronte alle sfide della Giustizia.
Al centro il tema delle intercettazioni. Piovono critiche sulla riforma controversa che entrerà in vigore fra cinque mesi. Per il procuratore generale di Milano Roberto d'Alfonso le nuove norme rischiano di «limitare il quadro investigativo sia nel procedimento nel quale () sono state disposte sia in altri procedimenti ove esse potrebbero essere utilizzate, anche a distanza di tempo». Concorde il procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi: «La recente riforma delle intercettazioni rischia di non risolvere il problema da cui si dice sia nata ma al contempo creerà enormi difficoltà interpretative e applicative». «Le intercettazioni servono, servono eccome», afferma il Pg di Torino, Francesco Saluzzo, nella sua relazione inaugurale. Dalle 26 Corti d'Appello del Paese riecheggia, soprattutto, un coro unanime su terrorismo, mafia, immigrazione, corruzione. Parole che incrociano l'agenda politica con la vita giudiziaria del Paese. Dalla Corte d'appello di Perugia, il pg Fausto Cardella parla della ricostruzione post-terremoto: «sicuramente un obiettivo appetibile per le organizzazioni criminali di qualunque tipo». Nel suo discorso d'inaugurazione il pg della Corte d'Appello di Roma, Giovanni Salvi, ha definito una minaccia «mortale» per la tenuta della legalità il diffondersi di diverse forme di criminalità organizzata. E ha ringraziato per il lavoro la Pg, in particolare i Carabinieri del comando provinciale di Roma per l'«apporto dato in indagini delicate in materia di pubblica amministrazione». E sul punto Salvi cita la vicenda Consip che ha messo in evidenza «la pervasività di un sistema di partecipazione alle gare pubbliche che ne prevede la sistematica turbativa, attraverso accordi tra grandi imprese». Dalla Mafia (della) Capitale, alla «ferocia oltre ogni limite» delle cosche del Gargano. Dure le parole del Pg di Bari, Anna Maria Tosto, con riferimento ai delitti di San Severo, Apricena, Foggia e il quadruplice omicidio dell'agosto scorso a San Marco in Lamis.
Dal Pg di Milano, Alfonso, arriva l'invito a non abbassare la guardia sulla minaccia dell'Isis che resta «assai elevata nel nostro Paese» e ricorda il caso di Anis Amri, l'attentatore di Berlino radicalizzato nelle carceri italiane. A Brescia, il Procuratore Pier Luigi Maria Dell'Osso, inaugurando l'Anno giudiziario alla Corte d'Appello, si sofferma su un altro tema caldo: «L'impatto sul territorio bresciano di immigrati clandestini in numero cospicuo e crescente contribuisce a creare condizioni di crescita di fenomeni di devianza criminale in termini ancor più marcati che nell'area milanese». È il presidente reggente della Corte d'Appello del Piemonte, Edoardo Barelli Innocenti, a toccare invece il tema dei tempi della giustizia, cita due gravi casi di processi per abusi sessuali caduti in prescrizione a Torino, affermando che nel capoluogo piemontese «qualcuno non ha fatto fino in fondo il proprio dovere». La coincidenza con la campagna elettorale ai nastri di partenza, ha inevitabilmente trasformato l'inaugurazione dell'Anno giudiziario in un'occasione per parlare alla pancia del Paese, a cui le cariche politiche non si sono sottratte.
A Catanzaro il Guardasigilli Andrea Orlando ha ricordato come «nell'ultima legislatura si è chiuso il conflitto tra magistratura e politica. Un'eredità positiva per il futuro del Paese». E replica al suo segretario Renzi: «Non mi pare che nella maggioranza del partito ci siano proposte di grande rinnovamento».
Il leader di Leu e presidente del Senato Pietro Grasso, da Palermo, risponde all'allarme del pg Roberto Scarpinato sull'aumento dei reati, con una ricetta che è già un manifesto programmatico: lavoro, industrie, diritto allo studio, economia verde. Il presidente della Camera Laura Boldrini ha invece presenziato alla cerimonia del Palagiustizia di Milano: lì dovrebbe correre per il 4 marzo.
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