"Respingo categoricamente le accuse che mi vengono rivolte. Non ho mai piegato il mio ruolo istituzionale a richieste non corrette. Chiederò di essere ascoltato immediatamente dai magistrati e se qualcuno mi ha accusato di queste condotte ignobili non esiterò a denunziarlo". Armando Siri, sottosegretario della Lega alle Infrastrutture e ai Trasporti, si difende così dalle accuse di corruzione che gli sono state mosse dalla direzione investigativa antimafia di Trapani per conto della procura di Palermo, in concertazione con i magistrati di Roma.
I pm ipotizzano "uno scambio di favori, utilità e denaro" per "agevolare aziende considerate vicine" all'imprenditore Vito Nicastri, re dell'eolico (di Alcamo, provincia di Trapani) che nonostante fosse agli arresti domiciliari da un anno, avrebbe continuato a manovrare, grazie all'aiuto di un familiare, il proprio business.
Sotto indagine, insieme al viceministro del Caroccio, anche altre nove persone, tra cui l'ex deputato di Forza Italia Paolo Arata che, secondo la procura, avrebbe consegnato a Siri una tangente da 30mila euro, in cambio di un
favore, ovvero una norma da inserire nel Def e che avrebbe consentito di ampliare i finanziamenti per il settore del mini eolico, retrodatando la concessione al momento della costituzione di alcune società di Nicastri. Norma che però non è mai stata inserita nel Documento di Economia e Finanza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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