Armi, ok al piano Giorgetti. Sceneggiata pacifista M5s

Apertura del ministro francese delle Finanze: "Idea interessante". Fdi vuole cambiare nome a Rearm Europe: "Diventi Defend Europe"

Armi, ok al piano Giorgetti. Sceneggiata pacifista M5s
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Giancarlo Giorgetti propone la via italiana al piano europeo per la difesa, mettendo d'accordo la maggioranza e raccogliendo l'apertura di credito da parte della Francia. Nel frattempo, continua il dibattito politico sulla sicurezza del Continente. Con Giuseppe Conte che raduna il M5s a Strasburgo per una protesta contro l'aumento della spesa militare e Fratelli d'Italia che propone di cambiare il nome al piano di Ursula von der Leyen. Da Rearm Europe a Defend Europe. Lo squillo tricolore arriva da Bruxelles, dove Giorgetti partecipa alla riunione dell'Ecofin, insieme agli omologhi degli altri Stati membri dell'Unione Europea. «L'Italia non può concepire il finanziamento della difesa a scapito della spesa sanitaria e dei servizi pubblici», fa sapere il ministro italiano. Che illustra poi il suo piano ai colleghi europei. In sintesi, si tratta di un fondo di garanzia da 16 miliardi di euro, con la capacità di mobilitare fino a 200 miliardi di investimenti industriali aggiuntivi. Giorgetti parla di «un fondo di garanzia in più tranche che ottimizza l'utilizzo delle risorse nazionali ed europee con l'obiettivo di convogliare in modo più efficace i capitali privati, con una spesa pubblica contenuta». Una proposta che punta «in modo mirato sul sostegno della base tecnologica e al tessuto industriale europeo nei settori strategici della difesa, delle tecnologie dual use, della protezione delle filiere critiche, dei dati e delle infrastrutture essenziali». Una «New European Security Industrial Innovation Initiative». Importante la reazione che arriva dal ministro francese delle Finanze Eric Lombard. «Penso che sia una proposta molto interessante su cui dovremmo lavorare perché potrebbe essere un nuovo strumento per finanziare l'industria della difesa in Europa», dice l'esponente del governo della Francia.

La proposta mette d'accordo i due vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, che negli scorsi giorni avevano espresso opinioni differenti sul piano von der Leyen. «Credo che la proposta di Giorgetti di una garanzia dell'Ue per mobilitare 200 miliardi nel settore della difesa sia una proposta di buonsenso, è una cosa saggia e intelligente», spiega Tajani. «Bene Giorgetti, quando conferma che sarebbe inaccettabile che eventuali ulteriori finanziamenti alla difesa siano a scapito della spesa sanitaria e dei servizi pubblici», commenta Salvini. «Investire in sistemi di protezione e sicurezza a livello nazionale è assolutamente utile, senza togliere fondi a sanità, scuola e famiglie», aggiunge il leader della Lega. «La posizione di Giorgetti, in sede di Ecofin, coincide con la linea illustrata già da Giorgia Meloni nel vertice europeo» dice da Fratelli d'Italia il capogruppo al Senato Lucio Malan. E da FdI c'è l'idea di cambiare il nome del piano europeo per la difesa. In vista del voto di oggi del Parlamento europeo sulla risoluzione per il piano von der Leyen, la delegazione dei meloniani ha presentato un emendamento per modificare il titolo del documento. Da Rearm Europe a Defend Europe.

Intanto prosegue il dibattito a sinistra. Se i socialisti europei sottolineano che «sicurezza è anche tutela del modello sociale» e il Pd di Elly Schlein continua a oscillare tra pacifismo e difesa comune, è il M5s a tentare il sorpasso arcobaleno ai danni dei dem. Conte, insieme a una delegazione di parlamentari 5s, ha messo in scena, durante la plenaria di Strasburgo, una protesta per dire «no all'Europa delle armi», con tanto di cartelli in Aula e fuori dalla sede del Parlamento. Iniziativa replicata, tra i banchi vuoti del M5s alla Camera, da Chiara Appendino che ha sventolato la bandiera della pace. L'ex premier ieri ha anche incrociato a Strasburgo la von der Leyen. «Saremo durissimi», le ha detto.

«Ti avverto che continueremo a fare una forte opposizione» ha continuato Conte. «Lo vedremo», ha risposto la presidente della Commissione europea. Roberto Vannacci, europarlamentare leghista, ha parlato di «oggettiva convergenza» con le idee dell'ex premier Conte sul riarmo.

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