Mentre il «soccorso rosso», con la Cgil che gli esprime solidarietà, arriva in aiuto al magistrato Marco Mescolini dopo le polemiche scaturite un seguito alle intercettazioni tra lo stesso e Palamara, alcuni parlamentari di Forza Italia chiedono chiarezza al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. I senatori Gasparri, Aimi, Moles, Perosino, Rizzotti, Ferro, De Siano, Paroli, Barboni, Papatheu, Galliani, Floris e Pagano hanno presentato, infatti, un'interrogazione al Guardasigilli affinché spieghi il contenuto di alcune delle intercettazioni. Mescolini aspirava, all'epoca in cui furono fatte le registrazioni, al ruolo di capo della Procura di Reggio Emilia, poi ottenuto. «Reggio Emilia - spiegano i senatori - era l'epicentro degli interessi malavitosi del clan ndranghetista contro il quale proprio il pm Marco Mescolini diresse le indagini i sfociate nel processo Aemilia». E ricordano che «già nel maggio 2019 è stato pubblicato il libro di Giovanni Paolo Bernini in cui l'ex assessore di Parma poi indagato, processato e assolto dalle accuse formulate, con grande risalto mediatico, dal pm Mescolini, denunciava gravissime anomalie nella conduzione delle indagini e poi della pubblica accusa nel maxi processo Aemilia».
Nel libro sono state pubblicate molte intercettazioni che coinvolgevano esponenti nazionali e locali del Partito Democratico.
I senatori chiedono quindi di sapere «perché, a fronte delle intercettazioni in cui si parla di appalti pubblici, di voti, di richieste di favori, non siano stati emessi avvisi di garanzia o richieste di arresto nei confronti degli esponenti del Pd, ma solo di esponenti del centrodestra. E se alla luce delle intercettazioni con Palamara e dei fatti esposti non si ritenga di avviare una azione disciplinare nei confronti di Mescolini».
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