In arrivo nuove norme per l'"accoglienza diffusa"

Dopo il dl Cutro altre iniziative per smontare il business dei grandi centri voluti dalla sinistra

In arrivo nuove norme per l'"accoglienza diffusa"

Accoglienza diffusa con la redistribuzione capillare sui territori, utilizzando piccoli centri di accoglienza straordinaria (Cas), potenziamento degli hotspot di Sicilia e Calabria e nascita in ogni Regione di strutture finalizzate al rimpatrio dei non aventi diritto alla permanenza in Italia (Cpr): dopo la stretta contro gli sbarchi illegali con il via libera al decreto Cutro, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi prepara un pacchetto di misure per rivoluzionare l'attuale sistema di accoglienza degli immigrati.

«Mai più casi Soumahoro», è la parola d'ordine al ministero dell'Interno. Il modello che ha in mente il titolare del Viminale è quello usato per i profughi ucraini, con il coinvolgimento di famiglie e parrocchie nella rete dell'accoglienza. L'obiettivo è liquidare i grandi centri di accoglienza, arrivando a una redistribuzione diffusa e capillare sul territorio in modo da evitare la presenza massiccia in alcune aree del Paese.

Sono tre i pilastri del provvedimento a cui stanno lavorando, oltre il ministro Piantedosi, il commissario per l'emergenza Valerio Valenti e il ministro del Mare e della Protezione Civile Nello Musumeci: il potenziamento dei corridoi per i rimpatri, realizzando un Cpr in ogni Regione, ampliare la capienza degli hotspot di prima accoglienza, e istituire un tavolo permanente tra Viminale e Regioni per monitorare costantemente la situazione. È previsto l'ampliamento degli hotspot di primissima accoglienza, per il triage dei nuovi arrivi, con lo scopo di decongestionare gli hotspot siciliani e calabresi. Alla data del 5 maggio il numero degli immigrati sbarcati in Italia nel 2023 tocca la cifra di 42.449. La missione di Piantedosi sarà quella di evitare il collasso del sistema di accoglienza in alcune regioni. La Toscana, per esempio, è al limite. Il sindaco di Firenze Dario Nardella ha paventato l'ipotesi di realizzare una tendopoli per ospitare i migranti. Il governatore Eugenio Giani ipotizza invece l'utilizzo di immobili vuoti pubblici, come le caserme. Da qui la decisione di Piantedosi di accelerare con il pacchetto di norme che punterà a decongestionare alcune realtà al collasso, come Toscana, con redistribuzione.

Per quanto riguarda i minori stranieri non accompagnati, il Commissario delegato all'emergenza e la Protezione civile stanno lavorando al fine di incrementare i posti dedicati, «con il necessario coinvolgimento dei sindaci, come prevede la legislazione in materia". Dal Viminale, mentre si lavora al nuovo piano per l'accoglienza, trapela la forte irritazione per lo scontro con il governo francese che ha accusato l'Italia di inefficienza nella gestione degli sbarchi: «Bisogna avere il coraggio di dire che le pezze che mettono dal governo francese sono pannicelli caldi. Oggi sparare sull'Italia e il governo Meloni è una porcata Con il Dl approvato alle Camere variamo un pacchetto di norme in materia Immigrazione che ribalta completamente quanto voluto dalla sinistra e dalla Lamorgese che ha creato un humus per un sistema basato su falsa accoglienza e falsa integrazione. La gente deve capire che in Europa siamo gli unici che hanno il coraggio politico di agire sul piano normativo con serietà e determinazione» si sfogano al Giornale fonti del Viminale.

Altro punto su cui il ministro Piantedosi intende intervenire è la diaria riconosciuta per l'accoglienza: 33 euro, pro capite, è il rimborso giornaliero fissato anche per i profughi ucraini (per i posti che sono stati gestiti direttamente da Comuni e Terzo settore e per i rifugiati che sono stati accolti nel Sistema di accoglienza integrata) che potrebbe in questo caso essere rivista anche al ribasso.

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