Tira una brutta aria per gli attivisti del clima. Ieri mattina, alle 7.45, cinque ragazzi di Ultima Generazione sono arrivati davanti alla sede del Senato, Palazzo Madama, imbrattandone la facciata con vernice color salmone. I carabinieri hanno fermato quasi subito gli attivisti - tre sono stati arrestati, due denunciati - che come di consueto non hanno opposto resistenza, spiegando semmai a favore di telecamere i motivi del gesto di protesta ossia, per restare alla nota della stessa organizzazione di attivisti climatici, «la disperazione che deriva dal susseguirsi di statistiche e dati sempre più allarmanti sul collasso eco-climatico, ormai già iniziato, e il disinteresse del mondo politico di fronte a quello che si prospetta come il più grande genocidio della storia dell'umanità».
Non è la prima volta che Ultima Generazione entra in azione in Italia e a Roma. Un mese fa i suoi militanti avevano «colpito» con un'azione simile alla Scala di Milano, imbrattandone l'ingresso la mattina del giorno della «prima». Il 4 novembre, a Roma, avevano lanciato della zuppa di verdura sul Seminatore di Van Gogh esposto, e protetto da un vetro, a Palazzo Bonaparte. Nella capitale, come pure a Milano, Ultima Generazione ha anche spesso organizzato blocchi improvvisati del traffico, pure sul Grande raccordo anulare, stendendosi per terra e impedendo fisicamente alle auto di proseguire.
La nobiltà del movente, però, non attenua l'impatto dei gesti messi in scena dagli eco-attivisti. Che, per restare a ieri, si sono ritrovati soli contro tutti, con le forze politiche unite nel condannare l'attacco mattutino alla sede del Senato. Insomma, la visibilità c'è, ma non sembra che gli obiettivi degli attacchi militanti giochino a favore della causa ambientale. E le reazioni di ieri sembrano dimostrarlo. Tra i primi ad alzare la voce, il «padrone di casa», Ignazio La Russa. Il presidente del Senato ha subito convocato, per oggi, il Consiglio di Presidenza del Senato, annunciando misure più stringenti a tutela della sicurezza del palazzo. Per poi scagliarsi contro il gesto di protesta. «Il Senato è stato vigliaccamente scelto ha spiegato la seconda carica dello Stato - perché a differenza di Palazzo Chigi, della Camera e di altre istituzioni, non ha mai ritenuto fino ad ora di dover creare un'area di sicurezza attorno all'edificio». Insomma, «nessun alibi, nessuna giustificazione», conclude La Russa, «per un atto che offende tutte le istituzioni».
Anche dalla premier Giorgia Meloni nessuna indulgenza: «Gesto oltraggioso, incompatibile con qualsiasi civile protesta», commenta. Una «ferma condanna» arriva anche dal presidente della Camera, Lorenzo Fontana, mentre il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che aveva già criticato il lancio della zuppa sul dipinto di Van Gogh, chiede sanzioni più severe per «chi danneggia il nostro patrimonio architettonico, artistico e culturale». C'è «ben poco di dimostrativo e molto di vandalico» nell'attacco al Senato secondo la ministra dell'Università Anna Maria Bernini. Pure secondo il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, «lanciare vernice contro il Senato non ha nulla a che vedere con la lotta al cambiamento climatico». Non va meglio nemmeno tra l'opposizione. Per Simona Malpezzi, capogruppo Pd a Palazzo Madama, quella di ieri mattina è solo una «azione stupida e incivile, contro il senso di appartenenza alla comunità». Duro anche il commento del Terzo polo, per bocca di Matteo Renzi, secondo il quale «chi vandalizza un palazzo delle istituzioni pensando di difendere l'ambiente capisce poco e chi giustifica i vandali che imbrattano il Senato dimostra di capire ancora meno». Anche i pentastellati prendono le distanze dall'attacco «ingiustificabile», con la capogruppo M5s in Senato, Barbara Floridia, che concede solo la necessità di prestare «maggiore attenzione» a un tema fondamentale.
Il blitz mette a nudo i limiti della sicurezza del centro storico della capitale.
Anche il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi si dice «preoccupato» nella telefonata con La Russa. E annuncia che a breve saranno intensificati i controlli nelle stazioni delle grandi città» e alle sedi istituzionali. Occorre, secondo Piantedosi, aumentare l'attività di prevenzione e di controllo del territorio.
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