L'ultima strabiliante strategia di comunicazione del Pd è l'hashtag #scegli. Il rosso o il nero, con l'Europa o con Putin e così via. Fino alla dicotomia più esilarante: la pancetta o il guanciale. L'elemento base per carbonara e amatriciana come crocevia esiziale. Slogan da aut-aut rivelatosi un boomerang: «Ridicolo», il commento più in voga sui social. Anziché discutere nel merito, una scelta perentoria tra mondi inconciliabili. Il messaggio da recapitare è chiaro: noi siamo i buoni, gli altri brutti e cattivi.
Ma anche questa mossa ha fatto emergere tutte le antinomie Pd. Un esempio, l'atteggiamento nei confronti di Draghi. L'ex alleato Calenda ha postato un meme con protagonisti Fratoianni e lo stesso Letta. La didascalia è tagliente: «Contro Draghi» o «con Draghi». Sì, perché i dem portano avanti l'urgenza di dare seguito all'agenda del premier uscente, ma sono alleati con chi l'ha contestata ferocemente.
Le reazioni del web non sono tardate ad arrivare: meme su meme per sbeffeggiare la «simpatica» trovata. Immancabile Salvini: «Dopo il 25 settembre cosa farà? Letta, scegli»; le opzioni sono «torno in Francia» o «resto in Italia». E ancora: la scelta tra sushi e pizza, tra Majin Bu e Goku, tra Harry Potter e Il signore degli Anelli. Una débâcle a livello comunicativo.
La campagna elettorale è una battaglia, si sa, con regole più o meno precise ma con un unico obiettivo: conquistare gli italiani. La sinistra ha optato per un classico: la demonizzazione dell'avversario. A corto di argomenti, Letta ha deciso di offendere il centrodestra, cercando ogni appiglio per screditare i suoi leader. Basti pensare al video per infangare la Meloni e il suo tentativo di accreditarsi all'estero. Un attacco che ha danneggiato l'immagine del Paese, biasimato da buona parte degli elettori.
Impossibile non citare il passo falso nell'annunciare la battaglia per la cittadinanza agli stranieri: «Ius scholae per i bambini che vanno a scuola con i nostri figli». «Nostri», già a voler segnalare una differenza. L'influenza dello #scegli, forse. Una proposta formulata male, con i piedi. E i commenti non sorridono al Nazareno: «Chi studia all'estero diventa straniero?», «Chi studia in una stalla è un asino?», «Chi studia al freddo è un pinguino?».
Il Pd non sa parlare agli elettori e nel mondo dem non mancano i malumori. Il motivo è semplice: così si rincorre l'avversario e non si fa bella figura, è lapalissiano e si presta il fianco alle contraddizioni. Tanto da costringere il leader a dimenticare le gaffe dei suoi, dalle venature antisemite a chi inneggia al regime comunista cinese.
«O noi o loro. Da una parte la destra sovranista e oscurantista. Dall'altra noi, quelli del ddl Zan, della mensilità in più all'anno» e promesse varie: il mantra di Letta.
E poco importa che vengano diffuse bufale o polarizzazioni inconcludenti. La comunicazione sta facendo acqua da tutte le parti e la sconfitta si fa sempre più concreta, con la leadership in bilico. Allerta rossa. O allerta nera. Sempre allerta è.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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