Dopo l'uccisione dell'orsa Amarena a San Benedetto dei Marsi, in Abruzzo, adesso la priorità sono i due cuccioli, non ancora autonomi, che senza la loro mamma difficilmente riusciranno a sopravvivere perché non sanno procurarsi il cibo e nemmeno difendersi dagli animali selvatici. Venerdì sera sono stati avvistati, avevano ripetuto il tragitto fatto con la loro mamma. Ma poi è fallito un primo tentativo di cattura.
Carabinieri, uomini della forestale e guardia parco continuano a cercarli senza sosta, ma le ricerche non sono facili e sono ostacolate dai curiosi che si aggirano nella zona. Tanto che il sindaco del Comune di San Benedetto dei Marsi, Antonio Cerasani, ha emesso un'ordinanza che vieta di avvicinarli per fotografarli o filmarli e anche di avvicinarsi alle squadre specializzate impegnate nella ricerca. «I cuccioli escono preferibilmente nelle fasce di orario serali o notturne - ha spiegato al Tg3 Abruzzo il comandante della compagnia dei carabinieri di Avezzano, Luigi Strianese - quindi quando c'è minore visibilità, di giorno vanno a nascondersi anche perché sono spaventati dai rumori. Sono state messe delle trappole con delle esche, del cibo per attirarli. Un altro sistema è quello con le reti a vista, perché, essendo cuccioli, non possono essere colpiti da cartucce narcotizzanti».
Intanto ad Avezzano, nella sede dell'Istituto Zooprofilattico, è stata effettuata una necroscopia per capire la dinamica dei fatti, il punto dove è stato colpito l'animale e il numero dei colpi esplosi. Elementi che saranno necessari per stabilire le responsabilità dell'allevatore della zona che ha sparato una fucilata all'orsa. Dopo la sua identificazione l'uomo è stato denunciato a piede libero ed è stato oggetto di pesanti minacce sui social, al punto che davanti alla sua casa è stata istituita una vigilanza permanente.
L'uccisione di Amarena ha sollevato il popolo degli animalisti. L'Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente chiede l'introduzione del reato di omicidio di animali: «Il responsabile - denuncia l'Aidaa rischia una pena irrisoria».
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