La rinuncia al pontificato come Benedetto XVI, un «passo indietro» o «di lato» che per Francesco rimane al momento solo un'ipotesi futura, ma che è comunque contemplata e ben presente nella sua testa.
Il tema delle dimissioni del Papa torna in primo piano dopo che il quotidiano argentino La Nacion ha pubblicato un'anticipazione di un libro sulla salute dei Papi che contiene un colloquio tra Francesco e il giornalista e medico Nelson Castro. Nell'intervista che risale a due anni fa, era il febbraio 2019, il Papa ha rivelato: «Non ho paura della morte. Immagino di morire da Papa o da emerito, a Roma. Non tornerò in Argentina». Affermazioni molto chiare che confermano quanto già detto da Bergoglio in varie occasioni, ossia che quella tracciata da Joseph Ratzinger è una strada che potrebbe essere seguita in futuro da altri Papi. E uno di questi potrebbe essere lui, se in futuro riterrà di farlo. Non è un mistero, però, che Francesco sta ancora lavorando alla nuova Costituzione Apostolica della Curia Romana (che potrebbe essere pubblicata tra qualche mese), i dossier aperti sono tanti, la sua salute è buona, problemi alla sciatica a parte, e ha ancora tanto da lavorare dentro e fuori dal Vaticano. Non ha, insomma, intenzione di rinunciare al ministero petrino. Le speculazioni sul tema, in effetti, non sono mai mancate, anche perché nell'ultimo secolo, tutti i Papi hanno preso in considerazione la possibilità di dimettersi, in particolare in caso di infermità o di palese impossibilità a guidare la barca di Pietro. Lo stesso Papa Francesco parlando con i giornalisti ha più volte toccato il tema: nel 2014, ad esempio, di ritorno dal viaggio in Terra Santa, Bergoglio aveva detto ai giornalisti: «Dobbiamo guardare a Benedetto XVI come a un'istituzione, ha aperto una porta, quella dei Papi emeriti. La porta è aperta. Ce ne saranno altri o no? Dio solo lo sa. Io credo che un vescovo di Roma se sente che le forze vanno giù deve farsi le stesse domande che si è fatto Benedetto». Alcuni mesi dopo Francesco era tornato sull'argomento, in modo altrettanto esplicito: «Oggi i vescovi emeriti sono una istituzione. Io penso che Papa emerito sia già un'istituzione. Perché? Perché la nostra vita si allunga e a una certa età non c'è la capacità di governare bene, perché il corpo si stanca. Lei potrà dirmi: E se Lei non se la sentirà, un giorno, di andare avanti?. Farei lo stesso, farei lo stesso! Pregherò molto, ma farei lo stesso».
Parole che, in più occasioni, hanno aperto discussioni sul tema, anche se Francesco ha spesso ribadito di essere intenzionato ad andare avanti senza dubbi e che non ha mai pensato di lasciare.
Nel colloquio con Nelson Castro, Bergoglio ha anche chiarito un altro aspetto intimo della sua vita, finito spesso al centro di alcuni «gossip» curiali, ossia che Francesco sia stato in cura da uno psichiatra.
Il Papa ha spiegato al giornalista: «non mi sono mai psicanalizzato», aggiungendo che durante gli anni della dittatura in Argentina, quando da provinciale dei Gesuiti aiutava le persone ad uscire dal Paese in clandestinità, aveva consultato per sei mesi, ogni settimana, una psichiatra che gli spiegava come affrontare le paure di quel tempo, a gestire l'ansia e a non prendere decisioni affrettate. Quanto alla morte, il Papa risponde a una domanda diretta del medico-giornalista: «Pensa alla morte?», «Sì», risponde Francesco, «ma non ho affatto paura».
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