Il centrodestra dilaga, Forza Italia soffre, ma tiene i nervi saldi ed evita di alzare i toni o di aprire un processo interno. Lo fa rimarcando come la vittoria in Umbria sia una vera vittoria di coalizione, figlia di un gioco di squadra messo in campo da tre leader tornati davvero a remare nella stessa direzione.
Silvio Berlusconi il giorno dopo la vittoria nella ormai ex roccaforte rossa rivendica la decisione di andare in piazza San Giovanni - «una scelta giusta e vincente» - e manda un messaggio chiaro sull'ancoraggio di Forza Italia al centrodestra. Ospite di Nicola Porro a Quarta Repubblica il Cavaliere saluta «la fine di un sistema di potere in cui i cittadini erano intrappolati da 50 anni». E parla apertamente di un verdetto e un giudizio politico inequivocabile su di un governo «figlio di una coalizione improvvisata, pasticciata che ha presentato una manovra fatta di misure di cui il Paese non ha bisogno». «C'è un segnale simbolico molto importante» aggiunge. «Si tratta di un avviso di sfratto, ma resteranno in carica, legati come sono alla poltrona e alla loro voglia di potere».
Berlusconi si dice pronto a combattere anche per la conquista dell'Emilia Romagna. «Sosteniamo Lucia Borgonzoni in modo convinto e unitario, non esistono più fortini rossi e abbiamo la possibilità di vincere e di farlo anche con un distacco considerevole». Sugli equilibri del centrodestra Berlusconi dà una interpretazione in controtendenza rispetto alla lettura più diffusa. «Un centrodestra più di destra che di centro? Non è così, è molto importante come hanno riconosciuto sia Matteo Salvini che Giorgia Meloni la presenza e l'azione di Forza Italia nel centrodestra. Senza Forza Italia saremmo di fronte a una destra-destra, probabilmente non in grado di vincere le elezioni e certamente non in grado di governare. Il nostro apporto è fondamentale. Forza Italia è il garante della tradizione occidentale, democratica, cristiana, liberale e garantista».
Berlusconi in mattinata si è complimentato telefonicamente sia con Salvini che con Giorgia Meloni, rivendicando la scelta di aver sempre creduto al format di coalizione a tre punte. Il Cavaliere è consapevole che ora non ci sono alternative all'asse sovranista Lega-Fdi, ma l'ancoraggio di Forza Italia al Ppe e all'asse atlantico è fondamentale. Anzi il partito azzurro resta la «spina dorsale» del centrodestra.
Naturalmente nel partito ci si interroga sulle mosse da fare. Rifatto il centrodestra, ora bisogna restituire identità a Forza Italia evitando di farsi schiacciare nella tenaglia sovranista. Antonio Tajani fa notare come tanti voti di Forza Italia siano finiti nelle liste civiche come quella di Donatella Tesei o di Claudio Ricci, candidato del centrodestra alle scorse elezioni regionali. «Forza Italia rappresenta un valore aggiunto per la coalizione di centrodestra, in termini elettorali ma anche di credibilità internazionale» spiega. «L'Umbria è sempre stata per noi una regione difficile, ora che la coalizione ha ripreso vigore dobbiamo essere capaci di tornare a far crescere Forza Italia, iniziando dalla nostra battaglia per il tetto alla pressione fiscale». Mariastella Gelmini sottolinea la nuova geografia del potere regionale con il centrodestra ormai alla guida di «12 regioni e 33 milioni di italiani».
E Marco Marin aggiunge che «dopo queste vittorie il ritorno al governo si avvicina ed è fondamentale far crescere l'unità della coalizione, partendo da quei valori cattolici, liberali e riformatori che noi meglio di altri sappiamo incarnare».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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