Chi era presente solo qualche giorno fa all'incontro che Silvio Berlusconi ha avuto ad Arcore con un ristretto gruppo di banchieri aveva colto un'aria decisamente diversa da quella degli ultimi tre mesi. Non solo l'ex premier si è intrattenuto con i suoi ospiti per quasi due ore, ma si è pure dilungato in una serie di barzellette, a testimonianza di un ritrovato buonumore. Il segno, secondo molti dei presenti, di una convalescenza ormai agli sgoccioli.
La conferma ieri. Con il faccia a faccia con Matteo Salvini e Giorgia Meloni che si è volutamente tenuto in campo neutro, nella residenza milanese di via Rovani e non ad Arcore. Ma che ha sancito dopo molti mesi e più di una tensione una ritrovata unità d'intenti del centrodestra. E basta scorrere la nota congiunta dei leader di Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia per capire che la riunione è stata operativa come non accadeva da tempo. Non solo i tre hanno formalizzato il «No» al referendum del 4 dicembre, ma nel caso in cui Matteo Renzi esca sconfitto dalle urne si sono anche impegnati a non sostenere esecutivi di scopo o comunque che non abbiano l'investitura popolare e a presentare una proposta comune per una nuova legge elettorale. Insomma, una road map piuttosto dettagliata e che, di fatto, può rappresentare l'inizio di un nuovo percorso comune in vista delle prossime elezioni politiche, che siano nel 2017 o nel 2018, quando la legislatura va comunque a scadenza.
Non passa inosservata, ovviamente, la tempistica. Perché l'incontro con cui Berlusconi rimette in moto l'alleanza di centrodestra e si rilancia anche nella sua veste di leader politico arriva esattamente alla vigilia del suo ottantesimo compleanno. Difficile che sia un caso, ancora di più che un uomo così esperto di comunicazione come l'ex premier non abbia messo in conto il rilievo mediatico che la cosa avrebbe avuto. Che sia una sorta di risposta a chi già immaginava un Berlusconi ormai pronto alla pensione, insomma, è ben più di un sospetto. D'altra parte, in tanti in questi giorni hanno raccontato o commentato gli ottanta anni del leader di Forza Italia con il tono del commiato dalla scena. Ieri, per dire, intervistato dal Corriere della Sera Carlo De Benedetti immaginava lo scenario post referendum nel caso di vittoria del «no» con Renzi e Stefano Parisi a «trovare un accordo per ridimensionare la sinistra e restituire Salvini alle valli». Mentre Angelino Alfano ipotizzava per l'ex premier una nomina a senatore a vita nel caso arrivasse una «riabilitazione da Strasburgo». Un Berlusconi, insomma, prossimo a farsi da parte.
La risposta del leader di Forza Italia non tarda ad arrivare. E sta tutta nell'attivismo di queste ore, nelle quali l'ex premier ha scelto di tornare in prima fila a tutti gli effetti. Ai suoi collaboratori più stretti è arrivato persino a confidare l'intenzione di volersi ricandidare a Palazzo Chigi «se le condizioni lo permetteranno», riferendosi non solo alla sentenza della Corte europea dei diritti umani attesa per la primavera ma anche alla legge elettorale con cui si voterà. Di certo, c'è che Berlusconi non sta ragionando su eventuali passi indietro. Tutt'altro. A metà novembre, quando a Roma si terrà la conferenza programmatica di Forza Italia, l'idea è quella di fare da vero e proprio mattatore, aprendo e chiudendo la kermesse e mobilitando tutto il suo elettorato per il «no» alla referendum. Con una campagna a tamburo battente e che andrà avanti fino al giorno del voto anche con diverse apparizioni pubbliche. Posizioni soft dentro Forza Italia non saranno ammesse. Un messaggio fatto arrivare anche a Parisi, visto che tra i partecipanti alla due giorni di Megawatt erano in molti quelli schierati per il «Sì».
Sul punto, invece, l'ex premier non vuole alcun tentennamento. Come su Renzi. Di fatto, una risposta anche alla lettera inviatagli ieri da Denis Verdini dalle colonne de Il Tempo. Per Berlusconi il tempo del Nazareno è ormai finito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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