Il blitz dei no-vax contro il "Giornale". Slogan e insulti da Roma a Milano

Un gruppo di manifestanti si stacca da un corteo e prende di mira la nostra sede. Le accuse: "Servi del potere: in media stat virus". La Digos in via Negri per identificare i colpevoli

Il blitz dei no-vax contro il "Giornale". Slogan e insulti da Roma a Milano

Milano. Considerati «complici» di chi supporta e promuove la necessità dei vaccini per debellare il Covid 19. Al punto che - esperienza forse unica nella storia del nostro quotidiano da sempre fuori dal coro - ieri siamo stati etichettati a gran voce «servi del potere» da chi contesta le misure del governo Draghi contro la diffusione della pandemia e l'obbligo del Green Pass e la relativa diffusione di informazioni a sostegno della campagna di vaccinazione.

A mettere in scena un blitz in piena regola con lancio di centinaia di volantini davanti alla sede di via Gaetano Negri del Giornale - a due passi dal Duomo, dalla Scala e anche dal Castello Sforzesco - uno sparuto gruppo del «Fronte del Dissenso». Che, staccatisi all'improvviso dai circa tremila manifestanti No Vax - che ieri pomeriggio, come accade da aprile quasi ogni sabato, si erano radunati in piazza Duomo al «No Paura Day» per manifestare a gran voce in tutta la città - si sono improvvisati incursionisti e ci hanno presi di mira. Dopo aver bypassato i controlli di polizia e carabinieri che li stavano scortando lungo via Torino i No Vax sono quindi arrivati silenziosamente sotto la nostra sede e, approfittando del sonnacchioso pomeriggio di una strada centrale ma comunque tranquilla, hanno lanciato contro l'ingresso principale plichi di volantini. Altri li hanno appiccicati invece a un pezzo di cordone sanitario strappato chissà dove e messo poi appositamente dinnanzi all'entrata del palazzo. Si tratta di locandine a sfondo giallo e marrone con il virus rappresentato da un groviglio nero di microfoni e accanto l'ormai arcinota scritta rielaborata polemicamente dalla scolastica medievale «In media stat virtus» (la virtù sta nel mezzo), ovvero In Media stat virus. Si tratta di uno dei «meme» più noti fioriti in questi mesi di virus sul web dove la scritta veniva raffigurata dentro la sagoma di un televisore vecchio stampo con tanto di antenna sghemba. Con il passare delle settimane e l'inasprimento della questione, la scritta è diventata però non solo il titolo di un libro uscito l'anno scorso, ma anche vero e proprio slogan di battaglia dei No Vax che durante presidi e cortei contestano l'eccessiva informazione sulla pandemia, ritenendola più dannosa dell'epidemia stessa.

«Protesta no-vax sotto IlGiornale. Non ci faremo intimidire: la nostra battaglia per un'informazione corretta e trasparente continuerà», ha twittato ieri subito dopo il blitz il nostro direttore Augusto Minzolini sul suo profilo. Un tweet a cui Mauro Martino @kaffe83 ha risposto con un ben poco conciliante: «Fino a quando no vi saltere in aria come i vostri compagni...».

In via Negri intanto dopo l'allarme lanciato dalla redazione è arrivata anche la Digos che ha individuato negli autori del blitz appartenenti del «Fronte del dissenso». La successiva analisi dei fotogrammi di filmati e foto porterà al riconoscimento dei singoli responsabili.

Intanto sempre ieri in piazza a Milano hanno sfilato anche sigle come quella del movimento «3V», all'associazione «Ancora Italia», dal forum «Non nuocere». Tutti uniti nel loro voler dire «sì alla libertà» e «no al green pass» definita dal palco una «misura antidemocratica che non ha nulla a che vedere con la situazione sanitaria, ma serve solo a spaccare la società in persone di serie a e serie b».

Dopo il centro i No Vax hanno attraversato le Colonne di San Lorenzo e si sono poi diretti verso la Darsena e quindi a Porta Genova.

Durante il corteo sono stati scanditi slogan inneggianti alla «libertà» e contro i vaccinati (definiti «schiavi» e «pecore»), il presidente del Consiglio Mario Draghi e i virologi Matteo Bassetti e Roberto Burioni. Ad accompagnare i partecipanti alla manifestazione anche decine di cartelli contro la «dittatura sanitaria», l'obbligo di certificazione nelle università e numerose bandiere tricolore.

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